Michele Misseri torna libero e racconta: “Ho ucciso Sarah e volevo suicidarmi. Così avrebbe avuto giustizia”
“L’unico colpevole sono io”. È tornato in libertà solo ieri, domenica 11 febbraio, dopo aver scontato la condanna a 8 anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote 15enne e inquinamento di prove, ma Michele Misseri continua a dire di essere lui il responsabile dell'assassino di Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana nel 2010.
Domenica Misseri ha lasciato il carcere di Lecce ma non è tornato nel paese dove avvenne l'omicidio, come inizialmente previsto. “Ha scelto di restare fuori dal paese – ha spiegato a Fanpage.it l’avvocato La Tanza, legale del 69enne – per evitare pressioni mediatiche. Teme inoltre che qualcuno possa fargli del male”.
Misseri continua a sostenere la sua colpevolezza e a chiedere la liberazione della figlia e della moglie, Sabrina Misseri e Cosima Serranno, condannate all'ergastolo perché ritenute le responsabili dell'uccisione della nipote. Lo ha fatto anche in una lunga intervista esclusiva al programma di Rai Tre Farwest, condotto da Salvo Sottile, durante la quale ha anche ricordato il giorno dell'omicidio.
“Quel giorno non stavo bene, avevo un dolore alla testa. Sul letto dormivano Sabrina e Cosima, Cosima aveva detto di non suonare al citofono”. Poi il 69enne racconta il momento dell’aggressione: “Sarah è scesa in garage, a me stava dando fastidio. Io l’ho presa di spalle, l’ho sollevata e lei mi ha dato un calcio all’indietro, mi ha preso nelle parti deboli. Mi è salito un caldo al cervello e l’ho stretta forte…”. Misseri durante l'intervista ha anche aggiunto un particolare inquietante, svelando di aver sognato la nipote: “La notte stessa ho sognato Sarah che mi diceva: ‘Zio, ho freddo‘".
Infine, lo zio di Sarah Scazzi dice anche di aver avuto l’idea di togliersi la vita: “Avevo pensato di prendermi una bottiglia di veleno e di andarmene in campagna da me, per togliermi la vita. Ma, quando stavo per bere, mi sono detto: “Se ti ammazzi, Sarah non sarà mai ritrovata. Però di recente ho pensato che forse ho sbagliato anche su questo. Se mi fossi ammazzato, Sarah avrebbe avuto giustizia perché sono stato io. Mia moglie non avrebbe mai saputo perché l'avrei fatto e non sarebbe mai andata in carcere. Secondo me, ho sbagliato anche su questo”.