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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Michele Buoninconti e le donne, tra l’angelo del focolare e l’ossessione del peccato

Caso Ceste – Dalle intercettazioni viene fuori in maniera evidente lo sguardo che Michele Buoninconti aveva sul mondo femminile. L’angelo del focolare a cui tendeva, si contrapponeva all’immagine della donna “peccaminosa” che usava anche per incutere timore ai suoi figli.
A cura di Daniela Seclì
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Simone De Beauvoir diceva: “C'è una strana malafede nel conciliare il disprezzo per le donne, con il rispetto di cui si circondano le madri. È un paradosso criminale negare alla donna ogni attività pubblica […] Prima le si consolava con delle bambole, della loro inferiorità nei confronti dei maschi; (oggi) si impedisce loro di vivere; in compenso, si permette loro di giocare con bambole di carne e ossa”. Disprezzo e rispetto. Questa frase si presta a evocare la visione dualistica che Michele Buoninconti sembra avere della donna e che si evince dalle intercettazioni. Nella sua mente, l’angelo del focolare a cui tende, si contrappone alla donna “peccaminosa” in cui lo stesso angelo potrebbe trasformarsi.

Elena Ceste non era più l’angelo del focolare, andava “raddrizzata”

Elena Ceste aveva una vita semplice. Madre di quattro figli, le uniche uscite sembravano consistere nella messa domenicale e nel portare i figli a scuola. Era parte di un equilibrio coniugale che secondo gli inquirenti era basato sul controllo assoluto che Michele esercitava su di lei. Era lui a saldare i conti dal panettiere: “Devi dire che passerà tuo marito”. Era lui a pagare l’assicurazione dell’auto di Elena solo nei mesi scolastici, rendendo la vettura inutilizzabile durante l’estate. Era a lui che il dottore doveva rivolgersi, quando entrambi andavano a chiedergli consiglio. Tutto avveniva sotto il suo sguardo vigile. Poi quella routine si è spezzata. Elena ha iniziato a cercare vecchi amici su Facebook. Uno “svago” che Michele non poteva tollerare. Seppure in uno spazio virtuale, la donna era riuscita a ritagliarsi un angolo tutto per sé, dove non vigeva più il suo controllo. Eppure lui aveva fatto il possibile per “raddrizzarla”, come ha spiegato a sua figlia:

“Ero riuscito a far diventare mamma una donna, 18 anni della mia vita per recuperarla, 18 anni per raddrizzare mamma. Vai a capire che cosa ha visto”.

L’aveva “recuperata”, l’aveva “raddrizzata”. Parole che suonano come il tentativo di “addomesticare” la moglie,  di domare la sua indole e renderla conforme alla sua idea di perfezione, che di certo non concepiva che Elena avesse qualcosa che fosse solo suo, che potesse prendere delle decisioni senza interpellarlo. In questo contesto, non sembra essere casuale l’avvertimento che Michele – intercettato – lancia all’altra donna di casa, la figlia, mentre l’accompagna in procura:

“A non ascoltare il padre si fa la fine della madre, che non ha ascoltato il padre”.

Meglio chiarire le cose subito. Come se nel femminile si nascondesse quel seme della ribellione da estirpare prima che germogli.

“Mentite o le zocc*** si prenderanno la nostra casa”, il mostro è la donna “peccaminosa”

Il suo rapporto conflittuale con l’altro sesso, si evince anche in un’altra intercettazione risalente al 5 maggio, avvenuta con i suoi figli più piccoli – ricordiamo che il minore ha 6 anni. Michele Buoninconti li incita a non rivelare agli inquirenti, le liti intercorse tra lui e Elena. Per spaventarli, però, non usa le classiche formule che colpiscono l’immaginario dei più piccoli. Per intenderci, non parla di fantasmi e mostri, bensì di “zocc***”. La donna e il sesso vengono usati come mezzi per incutere paura. Nell’ordinanza si legge:

"Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d'accordo. Così uno va da una parte, uno da un'altra parte … Vi va bene vivere così, separati? E a me, perché mamma è … chissà dove, mi mettono ancora da un'altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? Le zocc***, le straniere, a fottere! Così c’è una zocc*** per ogni stanza. E la sera c’è il bordello. Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?". Figlio 1: "Sì". Figlio 2: "E lo chiedi?" Buoninconti: "Eh, loro questo vogliono sentire. Se glielo dite, state tranquilli che mi mettono da un'altra parte".

La donna “peccaminosa”, che si guadagna da vivere vendendo sesso, è una sorta di demone che infligge la sua pena ai bambini. È il mostro da cui devono proteggere il loro nido, mentendo agli inquirenti.

La “sostituta” di Elena: “Cucinerò per te e per i bambini” e davanti a tanta devozione Michele si commuove

Nei mesi scorsi, quando il corpo di Elena non era stato ancora ritrovato, Michele Buoninconti aveva già iniziato a “socializzare” con una donna residente in Calabria. Ecco i messaggi intercettati:

“Michele: “Fra noi c’è feeling”. Lei: “Quando il cuore batte forte come il mio, credo di sapere il perché. Ma io gli parlo, al mio cuore. Io gli dico di stare più tranquillo perché l’amore nella tua vita potrebbe ritornare. […] Magari in futuro a quest’ora tu starai lavorando, mentre io ti aspetterò in casa e preparerò la cena al mio amore e ai bambini! Magari ne arriverà un quinto…”. Michele: «Grazie T., mi fai commuovere. Ti sto scrivendo con le lacrime agli occhi. Sei una persona eccezionale. Eccezionale dovrà essere la persona che sostituirà Elena”.

Il desiderio di lei sembra essere quello di starsene rinchiusa in casa a cucinare per lui. E perché no? Magari dargli anche un quinto figlio. Tutta questa devozione, non può che commuovere Michele, che si scioglie in lacrime. Questo angelo del focolare, nuovo di zecca, potrebbe addirittura ambire a sostituire Elena. Perché in fondo, Michele è sempre stato chiaro:

“Non mi serve una donna che lavora fuori, ma arrivare a casa e trovare qualcuno che mi aspetta”.

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