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Michela Murgia e le polemiche per la parata del 2 giugno: “È La Russa che strumentalizza quei gesti”

“La vera domanda è: sono io ignorante o è il presidente del Senato che ha strumentalizzato quei segni e parole a suo modo, lasciando intuire a chi guardava da casa e in presenza che quella sequenza sottintendesse altro” ha affermato Michela Murgia dopo le polemiche per la parata del 2 giugno.
A cura di Antonio Palma
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“È il presidente del senato La Russa che esulta e strumentalizza quei gesti a far nascere dei dubbi” così Michela Murgia replica alle polemiche seguite alle sue precedenti affermazioni sulla parata militare del 2 giugno in cui aveva accusato il reparto del Comsubin che sfilava di aver fatto il “saluto romano", scambiando il consueto gesto militare col saluto di epoca fascista.

"Mi è stato detto: quanto è ignorante la Murgia, non sa che il gesto iniziale non è un braccio teso ma il segnale coreografico per coordinare chi segue. Come è ignorante Murgia, che non sa che il grido Decima non è un omaggio all'infame flottiglia X Mas, ma al decimo reggimento regio 1943 da cui è nata la Marina. Non starò a cronometrare quanto è durato il braccio teso del capofila rispetto al gesto dell'avvio ne voglio chiedermi che il grido Decima avesse altri fini che non evocare la gloria di un reggimento onorato. Il punto è un altro: questa sequenza di gesti e parole potenzialmente interpretabili non si è svolta a caso ma sotto un palco d'onore dove qualcuno li ha poi effettivamente interpretati” ha dichiarato infatti la scrittrice in un nuovo video messaggio attraverso Instagram.

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"Il senatore La Russa, seconda carica dello Stato, quello con il busto di Mussolini in casa, a quelli che dovrebbero essere gesti comuni nell'economia della liturgia della parata, ha risposto con un segno non comune: la V di vittoria. Ora io non credo si stesse complimentando per la coordinazione della coreografia. Quindi la vera domanda è: sono io ignorante e quelli che hanno interpretato il video come me perché come chiunque non conosciamo i segni segreti dei corpi speciali delle forze armate. O è il presidente del Senato che ha strumentalizzato quei segni e parole a suo modo, lasciando intuire a chi guardava da casa e in presenza che quella sequenza sottintendesse altro" ha affermato Michela Murgia.

“Se la risposta è la seconda, e io credo di sì, dovrebbero essere le stesse forze armate a chiedere al Presidente del Senato perché ha permesso con la sua pantomima dal palco di equivocare il loro gesto innocente come se fosse un omaggio tra nostalgici repubblichini" è l’affondo della scrittrice, che prosegue: “Se su quel palco non ci fosse stato lui nessuno avrebbe pensato quello che in tanti abbiamo pensato, però lui c'era. Questo, mi dispiace per i detrattori, cambia tutta la cornice interpretativa, è il fatto di avere nelle istituzioni persone con una militanza vetero fascista mai rinnegata a creare le condizioni in cui ogni linguaggio – anche il più innocente – perde la sua innocenza e diventa rievocazione o provocazione".

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