“Mia nonna, entrata in ospedale da sana, è morta di stenti”: la nipote Silvia chiede giustizia
"Mia nonna è entrata in ospedale a Mirano, in provincia di Venezia, la notte tra sabato 28 e domenica 29 novembre per problemi respiratori causati dal malfunzionamento di una valvola cardiaca. Nel complesso però stava bene. Da quei giorni però, la situazione è peggiorata fino alla sua morte". Inizia così la lettera di Silvia Zuin, giovane donna della provincia di Venezia che denuncia un caso di malasanità. A Fanpage.it racconta di una nonna sempre attiva e lucida che l'aveva cresciuta amorevolmente mentre i genitori lavoravano tutto il giorno. "Diceva di avere tre figli, non due – spiega -. E mi fa male non aver potuto fare quello che farebbe una figlia acquisita, ossia salvarla". Adele Favaro aveva 90 anni e, per via dell'emergenza Covid, aveva smesso di uscire di casa anche per le necessità di tutti i giorni. Era la famiglia a farle la spesa per evitare di esporla al virus.
Il suo ricovero, quindi, avrebbe potuto sembrare un caso di infezione da Coronavirus, ma così non era. Per questo motivo, l'Ospedale di Mirano l'ha fatta attendere un paio di giorni prima del ricovero. Nel reparto di Cardiologia non c'era posto e quello di Medicina è stato trasformato in Reparto Covid. "Quando chiamavo mia nonna, mi pregava di andarla a prendere – racconta – So che per la maggior parte del tempo era in stanza da sola. Strappata alla sua quotidianità, mia nonna non aveva neppure una tv. Non ci è stato consentito di portarne una per distrarla un po'. Le avevamo fatto avere una rivista con le nostre foto tutte insieme per risollevarle il morale, ma non sembrava servire a molto. La sua voce diventava sempre più flebile al telefono".
Silvia e la famiglia si preoccupavano di sentire al telefono la 90enne tutti i giorni. Gli ultimi 48 ore prima della morte, il telefono ha squillato a vuoto. "Abbiamo chiesto spiegazione agli infermieri che ci hanno risposto che mia nonna non era lucida e che aveva dimenticato come usare il telefono. Non è possibile: era una donna molto indipendente e attiva per la sua età. Quella donna che descrivono non era mia nonna". Silvia racconta che più volte avevano provato a vederla con la scusa dei cambi puliti da portarle in ospedale. "Non hanno mai voluto per via delle restrizioni Covid. Lo capisco, ma da una parte mi chiedo se dopo tanti mesi di pandemia non è stato possibile organizzarsi per permettere almeno agli anziani di vedere un parente sottoponendolo a tampone. Ci hanno restituito un solo cambio sporco, segno che probabilmente è stata lavata e cambiata pochissimo. Sono molto preoccupata per gli altri pazienti anziani" ha spiegato quasi tra le lacrime la nipote. A farle più male però, a suo dire, il comportamento del personale medico. "Dopo molte insistenze telefoniche siamo riuscite a raggiungere la dottoressa che la seguiva. Il giorno previsto però la telefonata non arrivava e a quel punto l'abbiamo rintracciata noi. Ci ha detto che mia nonna era migliorata, ma che con il cambio di terapia era regredita. Nel giro di una settimana, però avrebbero dovuto dimetterla e avrebbe dovuto iniziare a convivere con la sedia a rotelle. Mia mamma ha palesato tutto il suo sconforto perché la nonna era entrata in ospedale sulle sue gambe e a quel punto il medico ci ha risposto che alla sua età una prospettiva di vita non autonoma era già tanto". Il sunto della conversazione sarebbe, insomma, che a 90 anni è una fortuna essere vivi. "Non è così che si risponde ai familiari di un paziente, anche il caso più disperato del reparto" ha dichiarato Silvia al telefono.
I funerali dell'anziana
Sabato si terranno i funerali di Adele Favaro, ma la nipote non potrà essere presente. "Mi sono ammalata, sono positiva al Covid-19 e sono in isolamento – racconta -. A mia nonna non avevo detto niente per non preoccuparla, ma ora non potrò darle neppure l'ultimo saluto. Mi aveva detto, in un giorno di sconforto, che non sarebbe tornata a casa. Così è stato. Ho fatto richiesta per la cartella clinica e ho intenzione di rivolgermi al Tribunale del Malato. Non voglio che questo si ripeta con altre persone. Mia nonna si è lasciata andare per lo stato di abbandono e non deve più ripetersi. Serve rispetto per i pazienti e per il dolore dei familiari.