“Mi vorrebbe morto, ho reagito per mia madre”. Il chirurgo di Torino racconta il suo incubo
Le minacce non si sono mai arrestate: anni di stalking durato fino a circa un mese fa. A Fanpage.it parla il chirurgo di Torino protagonista della triste vicenda che vede suo padre impegnato nella missione di rovinargli la vita e la carriera assoldando un uomo per picchiarlo e rompergli le dita. Racconta anni di stalking e di minacce contro di lui e il resto della famiglia.
Quando è iniziato questo incubo?
In realtà sono anni che sono tormentato da mio padre. Le vessazioni sono arrivate al limite quando ha deciso di cambiare la serratura di una mia casa al mare. Avevo invitato un amico a pranzo da me e questo mio amico lavora nel cinema internazionale ed è gay. Il mio vicino di casa ha detto tutto a mio padre che ha deciso di cambiare la serratura senza avvisarmi. L'abitazione in realtà è mia, quindi non avrebbe avuto alcun diritto. La casa al mare però è stata solo l'inizio di vessazioni molto più gravi. Ha segnato uno spartiacque.
Vessazioni di che tipo?
Mi ha denunciato senza che io avessi fatto nulla e per due anni sono stato sotto processo per fatti che no avevo mai compiuto. Sono stato assolto perché appunto, il fatto non sussisteva. Ha distrutto la caldaia di casa per infastidire mia madre in pieno inverno e poi mi ha aggredito davanti all'idraulico che aveva chiamato per aggiustarla. Minacciava mia madre che era già gravemente malata e nonostante le sue condizioni ha dovuto affrontare una separazione. Ha cercato di danneggiare anche mia sorella. Io ero diventato il motivo di tutto, l'oggetto principale della sua ossessione.
Il tutto è culminato nell'aggressione al suo compagno e nel tentativo di danneggiare lei?
Esatto. Il mio compagno è stato picchiato da un uomo poi individuato e processato, ovviamente mandato da mio padre. Io avrei potuto fare la stessa fine quando ha assoldato quell'uomo che poi mi ha avvisato. Gli aveva detto che sono un criminale, ma lui ci ha pedinato e ha deciso di non portare a termine il piano. Gli aveva chiesto di rompermi le mani, così che io soffrissi ma non troppo.
Un padre che pensa una cosa del genere?
Me lo sono chiesto anche io, ma a un certo punto il fatto che fosse mio padre è diventato secondario. Una persona che ti stalkera e ti tormenta è difficile da sostenere, ma sapere che è un tuo parente è devastante. Io però non sono l'unica vittima: con me ci sono anche mia madre e mia sorella. A un certo punto ho avuto 7 avvocati, uno per ogni fronte della mia vita perché ero sotto scacco. Racconto la mia storia per aiutare qualcuno che può essere nella mia stessa situazione, ma non voglio che compaiano riferimenti alla mia persona perché sono un medico e questa è la mia vicenda privata. Voglio tenere la mia figura pubblica lontana da questa storia. Principalmente ho fatto tutto per mia madre, già gravemente malata. A un certo punto dovevo difenderla.
Il dialogo non è stato possibile?
Per niente. Ho provato a chiedergli di smetterla per mia madre, mi ha risposto però che avremmo potuto morire e a lui non sarebbe importato. A quel punto ho smesso di cercare qualsiasi tipo di confronto. Ho avuto momenti di grande sconforto, ma dovevo salvare mia madre. Non ho quasi avuto modo di rendermi conto che dall'altra parte c'era mio padre.
Ha paura di altre ritorsioni dopo questa sentenza?
Onestamente no. Lui è probabilmente nella sua abitazione in questo momento. Questa sentenza non segna la fine di un tormento, segna la fine di una vicenda che risale al 2017. Abbiamo altri capitoli aperti dal 2018 in poi e altri ancora se ne apriranno. Sono cambiate le minacce: non mi manda più scagnozzi ma lettere di avvocati per cose che non ho mai fatto. Poteva andarmi molto peggio da un punto di vista di incolumità personale, ma il mio tormento non è finito. Spero che rivedendosi tramite le mie parole capisca quello che ha fatto, capisca che tutto questo non è giusto e non è normale. Il clamore che ha suscitato la mia storia mi ha sorpreso, ma dall'altra parte mi sono detto che è esattamente il tipo di reazione che certe cose devono suscitare. Spero che rileggendosi, lo capisca anche lui.