“Mi ispiro a Mussolini”: lo dice il titolare della Mivar (che chiude e licenzia 40 dipendenti)
Una quarantina di dipendenti andranno a casa e per la Mivar, storico marchio italiano di televisori, sarà il momento di interrompere del tutto la produzione. Eppure il 90enne titolare dell'azienda Carlo Vichi, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha dichiarato: "Pensando a Mussolini mi sento sostenuto", ribadendo poi di essersi ispirato al Duce durante tutta la sua vita da imprenditore: "Io sono fascista", ha detto limpidamente, mostrando le foto del dittatore appese sulle linee di produzione, dove ora lavorano però soltanto 8 operai, che si occupano della manutenzione garantita per i 24 mesi dall’acquisto degli ultimi modelli. La produzione di tv color si fermerà non appena si esauriranno le scorte della componentistica, probabilmente entro novembre, perché come annunciato dall'azienda non ne verranno acquistati altri. La Mivar, fondata nel 1945 come laboratorio di componentistica per radio, ebbe il suo massimo sviluppo negli anni '60 quando iniziò la produzione di televisori a tubo catodico diventando uno dei leader in Italia con oltre 900 dipendenti. Con l'invasione di nuovi competitor sul mercato le quote di vendita si sono sempre più ridotte fin all'arrivo delle nuove tv di ultima generazione che hanno dato la mazzata definitiva. Come ha spiegato Giuseppe Viganò, segretario Fim-Cisl “l’azienda è in perdita dal 2001. Nel 2008 Mivar aveva ancora 500 dipendenti perché Vichi pur di non chiudere ripianava ogni anno le perdite”.