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“Mi invento che mi hai violentata”, così la 15enne estorceva denaro al padre prima del suicidio dell’uomo

A carico della 15enne e del fidanzato, poco più grande, una serie di messaggi WhatsApp con continue richieste di denaro al Padre che andavano da poche decine di euro a migliaia di euro e che avevano ridotto l’uomo sul lastrico. “Mi invento la qualsiasi, pure che mi hai violentata, ti giuro che non ti darò pace” scriveva la giovane.
A cura di Antonio Palma
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"Dammi i soldi perché quanto e vero Dio mi metto a inventare cose ma cosi indegne che ti ammazzano davvero. Mi invento la qualsiasi pure che mi hai violentata" è solo uno dei tanti messaggi che la 15enne di Palermo aveva inviato al padre morto suicida nel marzo dell’anno scorso e per questo ora indagata col fidanzato per estorsione e istigazione al suicidio.

I messaggi tra padre e figlia minorenne sono stati ricostruiti nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale minorile di Palermo e danno uno spaccato di una situazione conflittuale che per gli inquirenti si era trasformata in una vera e propria richiesta estorsiva ai danni del 48enne vedovo. "Il tenore complessivo delle richieste, che mantiene costantemente un carattere di pressante pretesa e di forte prevaricazione, assume di frequente anche un tono francamente minaccioso" scrive il giudice.

A carico della 15enne e del fidanzato, poco più grande, una serie di messaggi WhatsApp con continue richieste di denaro che andavano da poche decine di euro a migliaia di euro e che avevano ridotto l'uomo sul lastrico. Richieste condite sempre da minacce sia di finte accuse sia di violenze fisiche. La ragazzina minacciava di fare intervenire i servizi sociali, di mandarlo in galera con false accuse di violenza ma minacciava fisicamente anche il padre spendendo il nome del fidanzato e della famiglia di lui che aveva contatti col mondo della criminalità organizzata.

Soldi che, secondo gli inquirenti, servivano per comprare cose futili come la PlayStation o le ciglia finte della minore ma anche per sostenere il gioco d'azzardo del fidanzato e le spese in carcere del padre di lui. Richieste che avevano ridotto l'uomo sul lastrico. Nonostante tentasse di spiegare nei messaggi che non aveva più nulla nemmeno in frigo o per comprare le medicine, la ragazza non ha mai smesso di chiedere soldi. "Pa con te le buone maniere non servono, mandami 50 euro e basta", "Ti giuro che non ti darò pace", "Non è che sei trattato come un mostro, sei trattato come meriti" sono alcuni dei messaggi agli atti.

Secondo la Procura dei minori di Palermo, tutto sarebbe nato dopo la morte della madre e l'arrivo di un'altra donna in casa. La 15enne si era allontanata andando a casa del fidanzato e pretendendo continuamente soldi. Anche nell'ultima comunicazione scrive “tu vuoi di nuovo la guerra. Non ti e bastato tutto quello che è successo vero. La macchina rotta. Tu all'ospedale. Tu vuoi arrivare vero a cose più gravi e te ne vuoi andare vero dall'Italia a dormire sotto un ponte", il giorno dopo l'uomo verrà trovato impiccato in casa dal figlio.

Il 43enne ha lasciato anche due lettere in cui ha scritto: "Mi hai estorto non solo i tuoi soldi ma anche quelli dei tuoi fratelli, sei una brava manipolatrice tu e il tuo fidanzato, mi hai distrutto in tutte le maniere. Vorrei perdonarti ma non ci riesco, non provo rabbia ma disprezzo, lo stesso disprezzo che hai per me grazie di avermi distrutto spero che Dio abbia pietà di tutti noi".

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