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L'omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche

“Mi ha sussurrato: ‘Andiamo, ho picchiato uno'”. Il racconto di Elena, compagna di Filippo Ferlazzo

La fidanzata dell’assassino di Alika Ogochukwu: “L’ho visto arrivare verso di me sporco di sangue, con un cellulare in mano che non era il suo. Gli ho detto: ‘Filippo che hai fatto, che hai combinato?’ Lui mi ha risposto piano all’orecchio, quasi sussurrando: ‘Andiamo, ho picchiato uno'”.
A cura di Davide Falcioni
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La vittima e il luogo dell'omicidio
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Tra i testimoni dell'omicidio di Alika Ogochukwu, l'ambulante nigeriano brutalmente assassinato venerdì pomeriggio nel centro di Civitanova Marche da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, c'è anche Elena D., 45 anni, fidanzata dell'italiano.

La donna è stata sentita ieri dagli inquirenti della Squadra Mobile di Macerata ed ha raccontato quei minuti tremendi nei quali il suo compagno ha ucciso un'altra persona prima colpendolo con una stampella, poi finendolo a mani nude; il tutto nel pieno centro di una città che a quell'ora pullulava di persone, nessuna delle quali ha avuto la prontezza di intervenire in difesa del nigeriano.

"L'ho visto arrivare verso di me sporco di sangue, con un cellulare in mano che non era il suo. Gli ho detto: ‘Filippo che hai fatto, che hai combinato?' Lui mi ha risposto piano all'orecchio, quasi sussurrando: ‘Andiamo, ho picchiato uno'". Stando a quanto emerso la donna, residente a Civitanova Marche, ha assistito all'aggressione senza intervenire per tentare di fermare il suo compagno, persona con la quale aveva deciso di convivere da alcuni mesi nonostante fosse più giovane di lei di 13 anni.

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"Non era geloso, piuttosto era protettivo verso di me", ha raccontato agli investigatori, aggiungendo che questo lato del carattere di Ferlazzo era spesso all'origine di attacchi di rabbia che, tuttavia, mai sarebbero sfociati prima di venerdì nella violenza fisica. A scatenarla, questa volta, è stata la richiesta d'elemosina avanzata da Alika Ogochukwu, ambulante ben noto in città perché frequentava quotidianamente le vie dello shopping.

"Quel signore con la stampella è venuto verso di noi e ci ha chiesto dei soldi, mi ha preso per un braccio". La donna ha quindi spiegato di essersi divincolata e che Alika non è stato né insistente né tantomeno molesto, come emerso nelle immediatezze del delitto: "Siamo andati avanti per la nostra strada, fino a un negozio di abbigliamento. Insomma, sembrava davvero finita lì. Noi stavamo cercando dei pantaloni per Filippo, allora io sono entrata a vedere, lui è rimasto fuori, ma quando poi mi sono affacciata per chiamarlo, perché finalmente avevo trovato il modello, lui non c'era era più".

Filippo infatti era a poche centinaia di metri di distanza: dopo aver inseguito senza difficoltà Alika, disabile, ha afferrato la sua stampella, l'ha colpito al volto poi si è accanito su di lui per almeno quattro minuti, fino a ucciderlo.

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