video suggerito
video suggerito

“Mi ha picchiato per 50 anni. Non voglio tornare a casa”: prima di morire, anziana denuncia il marito

Dopo la diagnosi di un tumore al pancreas, la confidenza della 80enne ad un’operatrice del centro antiviolenza. I figli hanno poi confermato le violenze. La triste storia arriva dal Torinese.
A cura di Biagio Chiariello
719 CONDIVISIONI
immagine d'archivio
immagine d'archivio

Per quasi cinquant’anni ha subito in silenzio le violenze del marito, senza mai trovare il coraggio di denunciarlo. Solo nei suoi ultimi giorni di vita, ricoverata in ospedale per un tumore, ha deciso di confidarsi con i medici, rivelando la sofferenza che aveva sopportato per decenni. “Non voglio tornare a casa. Voglio morire in pace, lontano da mio marito, che mi picchia da anni”, ha dichiarato, chiedendo di non essere dimessa per trascorrere le sue ultime settimane in un ambiente sicuro.

La vittima è un’anziana di 80 anni, come riportato da La Repubblica e Il Corriere di Torino, morta nel settembre 2023 dopo una lunga battaglia contro un cancro al pancreas, diagnosticatole nell’estate dello stesso anno in fase terminale. I medici, non potendo far altro che offrirle cure palliative, le avevano proposto di tornare a casa per affrontare il suo ultimo periodo circondata dai familiari. Ma la donna ha rifiutato con fermezza: la sua casa non era un rifugio, ma un luogo di paura e dolore, segnato da anni di abusi.

Il marito, anche lui 80enne, è attualmente sotto processo con l’accusa di maltrattamenti, e la sentenza è attesa per il prossimo 15 aprile. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Barbara Badellino, ma la vittima è deceduta prima che il magistrato potesse raccogliere la sua testimonianza diretta o disporre un incidente probatorio. Tuttavia, durante il processo, i figli della coppia hanno confermato le violenze subite dalla madre, spiegando che gli abusi erano continuati fino a quando loro stessi non avevano lasciato la casa paterna.

Le ultime volontà dell’anziana sono state affidate non solo ai medici, ma anche a una volontaria di un centro che si occupa di donne vittime di violenza. Il suo rifiuto di tornare a casa è diventato un drammatico atto di denuncia, un disperato bisogno di sottrarsi per sempre a quell’ambiente ostile.

Il suo caso ha scosso l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla solitudine e la paura che spesso impediscono alle vittime di violenza domestica di chiedere aiuto.

719 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views