La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.
Quella che segue è la lettera di una nostra lettrice che racconta di quando, a 28 anni, ha deciso di lasciare l'Italia per trasferirsi a Vienna. Il motivo è legato soprattutto alla necessità di trovare un lavoro, dopo anni di difficoltà nel nostro Paese, anche a causa di alcuni problemi di salute. "Cercavo un impiego e in Italia sentivo di tutto: ‘Sei troppo giovane a 18 anni, fatti mantenere dalla mamma. Sei troppo vecchia a 19 anni. Non hai esperienza. Hai fatto il linguistico. Non parli le lingue che hai parlato davanti a me. Lavora in nero. Mi costi troppo'".
La lettera a Fanpage.it
Sono una italiana nata all’estero, ho frequentato le scuole in Italia e alle superiori ho scelto un linguistico nel 2007-08 su suggerimento dell’insegnante di matematica, diplomandomi nel 2012.
Ho iniziato a cercare lavoro nel 2013 dopo un anno sabbatico per riprendermi da alcuni problemi di salute. Mio fratello più piccolo di me di 5 anni ha trovato subito lavoro perché ha frequentato un istituto agrario. Io ho inviato di continuo curricula su motori di ricerca e presso uffici di collocamento, ma niente.
Cercavo un impiego che mi consentisse di affrancarmi dalla famiglia e ho sentito di tutto. “Sei troppo giovane a 18 anni, fatti mantenere dalla mamma. Sei troppo vecchia a 19 anni. Non hai esperienza. Hai fatto il linguistico. Non parli le lingue che hai parlato davanti a me. Lavora in nero. Mi costi troppo”.
Mi hanno detto di prendere il reddito di cittadinanza, ma non potevo perché stavo in una casa colonica e i miei genitori avevano 2 macchine, mio fratello aveva la sua. Risultavo troppo ricca.
In Italia ho cercato anche nei campi intorno casa, niente perché non avevo esperienza, nelle fabbriche costavo troppo e non avevo esperienza. Ho lavorato 60 ore a settimana come domestica e tata per una donna che mi "schiavizzava". Le prime tre settimane mi ha dato 300 euro, poi mi ha tenuta 3 mesi e mi ha dato 500 euro a mese sempre con 60 ore a settimana o più.
Ho lavorato in nero 10 anni e poi mi sono trasferita a Vienna a 28 anni. A Vienna ho trovato subito lavoro, ho preso casa in affitto e firmato un contratto.
L’Italia non fa nulla per i suoi giovani. Al medico che mi segue ho detto che in Italia non sarei tornata mai, e che adesso sono stabile poiché ho un lavoro: fare la mamma. Dopo il quale viene fare la onicotecnica. La mia soluzione è stata andarmene.