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Mezzo milione sottratto a due parrocchiane, parroco indagato: “Ho esagerato nell’aiutare le persone”

“Ho dato soldi a parecchia gente che ne aveva bisogno ma per farlo ho dovuto però rivolgermi a chi di soldi ne aveva” si è difeso il parroco che è indagato percirconvenzione di incapace e appropriazione indebita.
A cura di Antonio Palma
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"Ho esagerato nell'aiutare le persone", così don Paolo Bianciotto, parroco di Madonna di Fatima a Pinerolo, si difende dalla pesante accusa che la procura torinese gli contesta: aver circuito due sue parrocchiane sottraendo loro beni per un valore di mezzo milione di euro.

Secondo l'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Pinerolo, il parroco, che si proclama innocente, avrebbe convinto le parrocchiane  a corpose donazioni approfittando del suo ruolo, del rapporto che si era creato e della loro fragilità, ma poi avrebbe gestito a modo suo quei soldi facendoli transitare su propri conti correnti che ora sono sotto sequestro.

Da qui le accuse di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. Secondo le indagini delle Fiamme gialle, avviate diversi mesi fa e riferite a fatti risalenti ad anni passati, il parroco si sarebbe reso protagonista di un giro di bonifici e prelievi sui conti intestati alla parrocchia e a una associazione che presiede facendoli transitare su suoi conti.

Oltre ai movimenti bancari ritenuti sospetti, contro il prete che gestisce la parrocchia da oltre quaranta anni, ci sarebbero anche i messaggi che scambiava con le due parrocchiane. Una si era convinta a donargli tutti i soldi guadagnati dalla vendita di un immobile mentre l'altra addirittura gli avrebbe affidato l’intera gestione dei conti.

Il parroco non nega di aver ricevuto quei soli ma rigetta l'ipotesi di aver circuito le fedeli e di essersene servito per sui fini personali. "Ho dato soldi a parecchia gente che ne aveva bisogno, compresi alcuni sacerdoti per interventi sugli edifici di culto. Per farlo ho dovuto però rivolgermi a chi di soldi ne aveva" ha spiegato infatti il prete a L'ecodelchisone.

Nel frattempo il vescovo di Pinerolo, Monsignor Derio Olivero ha spiegato di aver appreso dell'indagine e che la diocesi sta collaborando con gli inquirenti ma di non voler condannare nessuno prima della sentenza. "Mi sono subito mosso per vigilare. Nessuno è colpevole prima della sentenza, per cui vale la presunzione di innocenza, sempre. Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso. La diocesi si mette a disposizione garantendo la massima disponibilità e collaborazione affinché si faccia chiarezza sulla vicenda" ha spiegato il vescovo

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