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Metro B1 a Roma: l’inferno dei pendolari e il perché dei disagi (INTERVISTA)

Il delegato sindacale di OrSa Trasporti, Pino Ricciardelli, ci spiega i motivi dell’ultima settimana di passione vissuta dai pendolari capitolini: “L’Atac ha previsto un nuovo sistema di turnazione senza interpellare i lavoratori: si vogliono aumentare del 40 percento le corse pur avendo a disposizione gli stessi treni e gli stessi macchinisti. È normale che il servizio ne risenta”
A cura di Enrico Nocera
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Pochi giorni fa l'apertura dell'ormai famigerata linea B1, tra Piazza Bologna e Conca d'Oro. Quello che sembrava un importante passo avanti per la mobilità su ferro di Roma, rischia di diventare l'inizio della fine. Alcuni problemi sono ormai noti: i guasti tecnici, anzitutto. A un giorno dall'apertura, la linea nuova di zecca ha subito uno stop di 40 minuti, con buona pace dei pendolari che si vedono costretti ad attese che superano i 16 minuti fra un convoglio e l'altro. Secondo aspetto: i treni e il personale. Con l'apertura della nuova tratta della metro B di Roma sono stati incrementati convogli e assunzioni? La risposta, secondo il macchinista Pino Ricciardelli, delegato sindacale dell'OrSa Trasporti, è negativa: “Le corse aumentano del 40 percento, ma i treni e il personale restano fermi a quelli che erano prima. Ecco spiegato il motivo di certi disservizi”. Ascoltiamo le parole di Ricciardelli ai microfoni di fanpage.

Metro B di Roma

Ricciardelli, che succede alla metropolitana di Roma? La tanto agognata linea B1 sta quasi diventando un problema…

Semplice: si è previsto un aumento delle corse del 40 percento. Il numero dei treni e quello del personale, invece, sono rimasti fermi. Gli stessi convogli e lo stessa quantità di persone sono quindi costrette a effettuare un numero maggiore di corse.

Questo è uno dei motivi che hanno spinto alcuni macchinisti a scioperare senza preavviso?

Si è parlato di “scioperi bianchi”, ma io non condivido questa affermazione: non si possono definire scioperi, in quanto nessun sindacato ha mai proclamato alcuna agitazione. Sono iniziative individuali di alcuni macchinisti in risposta alla situazione che si è venuta a creare. I quadri dirigenti dell'Atac, infatti, hanno previsto un nuovo sistema di turnazioni senza interpellare i lavoratori. E non si tratta, come erroneamente si pensa, di turni straordinari. Sono turni ordinari in tutto e per tutto che hanno subito un aumento, senza nessun relativo incremento della busta paga.

Insomma, secondo Lei era il caso o no di realizzare questa nuova diramazione?

Noi siamo del tutto favorevoli a un incremento e a un miglioramento del trasporto pubblico a Roma, soprattutto quello su ferro. Detto ciò, bisogna precisare che le carenze di organico sono dappertutto: non ci sono agenti di stazione, non ci sono macchinisti, non ci sono treni. L'unica necessità che noto nel realizzare una metro a queste condizioni, è quella di dare soddisfazione a chi ha usato quest'opera pubblica come evento politico da rivendicare. E non abbiamo nemmeno accennato alle problematiche tecniche…

Per esempio?

La deviazione fra i due rami avviene all'altezza di Piazza Bologna. L'impianto che la governa, però, non è centralizzato e nemmeno posto in quel punto, visto che si trova a Conca d'Oro. Un impianto di controllo centralizzato, invece, dovrebbe prevedere numerose dislocazioni. È per questo che la B1 si è fermata 40 minuti il primo giorno: per dare modo a chi di dovere di poter risolvere il problema manualmente, passando da una stazione all'altra.

Il sindaco Alemanno, a proposito degli “scioperi bianchi”, vi ha esortati alla responsabilità…

La nostra responsabilità è quella di tutelare e valorizzare il lavoro di chi nelle metropolitane ci lavora. È un atto di responsabilità non condurre un treno quando uno non si sente sicuro, quando è stanco, quando sa che qualcosa non funziona come dovrebbe in un treno che non è affidabile.

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