Metro B1 a Roma: l’inferno dei pendolari e il perché dei disagi (INTERVISTA)
Pochi giorni fa l'apertura dell'ormai famigerata linea B1, tra Piazza Bologna e Conca d'Oro. Quello che sembrava un importante passo avanti per la mobilità su ferro di Roma, rischia di diventare l'inizio della fine. Alcuni problemi sono ormai noti: i guasti tecnici, anzitutto. A un giorno dall'apertura, la linea nuova di zecca ha subito uno stop di 40 minuti, con buona pace dei pendolari che si vedono costretti ad attese che superano i 16 minuti fra un convoglio e l'altro. Secondo aspetto: i treni e il personale. Con l'apertura della nuova tratta della metro B di Roma sono stati incrementati convogli e assunzioni? La risposta, secondo il macchinista Pino Ricciardelli, delegato sindacale dell'OrSa Trasporti, è negativa: “Le corse aumentano del 40 percento, ma i treni e il personale restano fermi a quelli che erano prima. Ecco spiegato il motivo di certi disservizi”. Ascoltiamo le parole di Ricciardelli ai microfoni di fanpage.
Ricciardelli, che succede alla metropolitana di Roma? La tanto agognata linea B1 sta quasi diventando un problema…
Semplice: si è previsto un aumento delle corse del 40 percento. Il numero dei treni e quello del personale, invece, sono rimasti fermi. Gli stessi convogli e lo stessa quantità di persone sono quindi costrette a effettuare un numero maggiore di corse.
Questo è uno dei motivi che hanno spinto alcuni macchinisti a scioperare senza preavviso?
Si è parlato di “scioperi bianchi”, ma io non condivido questa affermazione: non si possono definire scioperi, in quanto nessun sindacato ha mai proclamato alcuna agitazione. Sono iniziative individuali di alcuni macchinisti in risposta alla situazione che si è venuta a creare. I quadri dirigenti dell'Atac, infatti, hanno previsto un nuovo sistema di turnazioni senza interpellare i lavoratori. E non si tratta, come erroneamente si pensa, di turni straordinari. Sono turni ordinari in tutto e per tutto che hanno subito un aumento, senza nessun relativo incremento della busta paga.
Insomma, secondo Lei era il caso o no di realizzare questa nuova diramazione?
Noi siamo del tutto favorevoli a un incremento e a un miglioramento del trasporto pubblico a Roma, soprattutto quello su ferro. Detto ciò, bisogna precisare che le carenze di organico sono dappertutto: non ci sono agenti di stazione, non ci sono macchinisti, non ci sono treni. L'unica necessità che noto nel realizzare una metro a queste condizioni, è quella di dare soddisfazione a chi ha usato quest'opera pubblica come evento politico da rivendicare. E non abbiamo nemmeno accennato alle problematiche tecniche…
Per esempio?
La deviazione fra i due rami avviene all'altezza di Piazza Bologna. L'impianto che la governa, però, non è centralizzato e nemmeno posto in quel punto, visto che si trova a Conca d'Oro. Un impianto di controllo centralizzato, invece, dovrebbe prevedere numerose dislocazioni. È per questo che la B1 si è fermata 40 minuti il primo giorno: per dare modo a chi di dovere di poter risolvere il problema manualmente, passando da una stazione all'altra.
Il sindaco Alemanno, a proposito degli “scioperi bianchi”, vi ha esortati alla responsabilità…
La nostra responsabilità è quella di tutelare e valorizzare il lavoro di chi nelle metropolitane ci lavora. È un atto di responsabilità non condurre un treno quando uno non si sente sicuro, quando è stanco, quando sa che qualcosa non funziona come dovrebbe in un treno che non è affidabile.