Meteorite di 4,5 miliardi di anni a Matera, trovati nuovi frammenti: “Contiene segreti dell’universo”
Nuovi frammenti del meteorite di 4,5 miliardi di anni precipitato a Matera sono stati raccolti questa mattina. Il sopralluogo è avvenuto da parte dei tecnici dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inas), attraverso un metal detector, che hanno così individuato nuovi frammenti dopo i primi 12 raccolti ieri.
Alle operazioni di ricerca, avvenute tra le contrade Rondinelle e Serra Paducci, ha preso parte anche il sindaco, Domenico Bennardi. Nelle prossime ore i frammenti recuperati, in particolare quelli trovati sul balcone di una casa privata dove si è schiantato, saranno portati ai Laboratori del Gran Sasso, per essere analizzati.
Il primo cittadino di Matera ha fatto sapere che si augura che i frammenti tornino presto a Matera, una volta ultimate le analisi e le ricerche necessarie. Intanto Giovanni Pratese, docente dell'università di Firenze, ha fatto sapere che il meteorite prenderà il nome di Matera. “Quanto accaduto qui ha dell'eccezionale. Non solo è stato osservato il bolide – ha spiegato – ma all'osservazione ha fatto seguito il ritrovamento, un caso davvero raro. Inoltre, ne sono stati misurati i parametri e, quindi, la traiettoria e l'orbita”.
“L'episodio si inserisce in un contesto di tre eventi avvenuti in tre giorni successivi – ha spiegato Dario Barghin, dell'università degli studi di Torino – in Francia il 13 febbraio, in Italia a Matera il 14 febbraio e il 15 in Texas. Questo, contando che quelli registrati dal 1960 ad oggi sono circa 40, e' un evento davvero eccezionale che probabilmente non si ripeterà mai più”.
Il meteorite di San Valentino, così come è stato soprannominato visto che è stato avvistato sui cieli italiani la sera del 14 febbraio, è un frammento di mezzo chilo di un masso piovuto dalle profondità dello Spazio, vecchio quanto il sistema solare (4,5 miliardi di anni), precipitato a 300 km orari su un balcone a Matera. Secondo gli scienziati si tratta di un evento raro, ma soprattutto di un'occasione preziosa per studiare i segreti dell'universo: non avendo toccato il suolo, è pressoché incontaminato, e verrà ora analizzato per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche.