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Meteo, “marzo pazzo”: Italia spezzata in due, al Nord arriva Burian 2, in Sicilia 25 gradi

Temperature in calo e piogge previste in tutto il nord Italia, mentre su Sicilie e Sardegna si sfioreranno i 25 gradi e sarà, di fatto, primavera.
A cura di Davide Falcioni
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La situazione meteorologica continua all'insegna della dinamicità: anche la seconda metà di marzo infatti, come era già accaduto con la prima, sarà caratterizzata da cambiamenti e da un alto tasso di variabilità. Già nei prossimi giorni andremo incontro a un generale peggioramento, con fenomeni via via sempre più intensi soprattutto nelle regioni settentrionali e sul Tirreno. Sono attesi rovesci, temporali e locali nubifragi mentre sui monti, ed in particolare sulle Alpi e sugli Appennini settentrionali, la neve cadrà copiosa a quote medio alte. Le temperature miti degli ultimi giorni e quelli che apparivano come i primi sprazzi di primavera saranno nel finale di marzo soppiantati da un ritorno di condizioni invernal molto rigide come i giorni scorsi, in una sorta di Burian 2. Le temperature sono attese in sensibile diminuzione a partire soprattutto dall’inizio della settimana prossima, anche se definire con precisione la situazione appare ancora difficile.

Per la giornata di oggi, giovedì 15 marzo, un brusco peggioramento colpirà l’Italia centro/settentrionale, mentre al sud la temperatura tenderà ad aumentare e in Sicilia la colonnina di mercurio toccherà i 25 gradi, così come in Sardegna e in molte altre regioni del centro sud, dove il clima sarà decisamente primaverile. Nel pomeriggio/sera i fenomeni di maltempo si estenderanno a tutto il Nord e alle Regioni tirreniche (Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna). Qualche debole pioggia anche in Calabria. La neve cadrà su Alpi centrali e occidentali, ma solo a quote molto alte, oltre i 2.000 metri. Piogge abbondanti sull’Appennino settentrionale, Liguria orientale, alta Toscana e zone interne dell’Emilia. I fiumi, già "pieni" dopo le precipitazioni di domenica, si ingrosseranno ulteriormente e sarà alto il rischio di esondazioni e straripamenti, anche per l’ulteriore scioglimento della neve anche ad alta quota.

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