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Messina, svuotavano i loculi e li rivendevano ad altre famiglie: denunciate 17 persone

Scandalo al cimitero di Messina, dove un’indagine ha portato all’arresto del custode e ad altre 17 denunce.
A cura di Redazione
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Dai 3.500 ai 5.000 euro per acquistare uno spazio cimiteriale indebitamente sottratto ad altre famiglie; ampliamento dell’area adibita alla tumulazione dei defunti per ottenere più spazio per nuovi e non registrati ingressi; compravendita fittizia di spazi destinati alla sepoltura; falsificazione di documenti e truffa ai danni delle famiglie dei defunti. Sono questi alcuni dei comportamenti emersi dall’indagine coordinata dalla procura di Messina che ha portato a un arresto, il custode del cimitero, e altre 16 denunce. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero messo in piedi un sistema illecito legato alla vendita e all'ampliamento illegale di loculi e tombe nel cimitero monumentale nel Comune di Francavilla di Sicilia (in provincia di Messina).

Tra gli indagati vi sono funzionari comunali, un medico, alcuni operai delle ditte incaricate della manutenzione delle strutture cimiteriali: per loro sono scattate le accuse di corruzione ed istigazione alla corruzione, abuso d'ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere, ricettazione, falso ideologico.

Come spiega Il Messaggero, l’attività della banda arrivava fino “all'ampliamento di loculi già esistenti, in totale assenza delle autorizzazioni, previste anche per le aree sottoposte a vincoli architettonici”, spingendosi fino allo spostare i defunti “dal cimitero monumentale a quello di più recente costruzione per avere più spazio a disposizione”. Addirittura, in un caso “stata resa disponibile per la nuova sepoltura la tomba occupata dal precedente defunto, i cui resti sono stati riposti in una semplice busta di plastica lasciata all'interno della tomba; analoga sorte per le spoglie di altre persone, le cui generalità sono state cancellate dalle originarie stele marmoree”.

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