Messina Denaro, sindaco di Campobello: “Volto trasformato da malattia, non l’avremmo riconosciuto”
"È un periodo intenso, pieno da un lato di gioia, dall’altro di preoccupazione per le notizie che si sono accavallate dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Come sindaco sono preoccupato sapendo che nell’ultimo periodo il boss ha vissuto qui aiutato da persone che fino a ieri risultavano incensurate e insospettabili. Quindi provo gioia per questa bellissima notizia, ma anche rabbia per il coinvolgimento di miei concittadini": a parlare ai microfoni di Fanpage.it è Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, città in cui si nascondeva Matteo Messina Denaro.
Due i "covi" trovati finora a Campobello: il secondo individuato ieri è vicino alla casa di vicolo San Vito dove il boss ha passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza. Matteo Messina Denaro viveva quindi tranquillamente in città – andava secondo testimonianze anche a mangiare in pizzeria – e nessuno lo ha mai riconosciuto?
Per il sindaco Castiglione non è così, non è vero che i cittadini potrebbero averlo riconosciuto e non denunciato. "Io non credo sia così, dall’immagine che ho visto dopo la cattura, con quel volto un po’ trasformato dalla malattia sicuramente, era ben lontano da quelle che erano le foto segnaletiche. Non credo che nessuno potesse fare un accostamento con quelle foto vedendolo in giro per la città. Io sfido chiunque a immaginare che un latitante potesse girare tranquillamente per la città, questo mi stupisce e mi lascia molto dubbi", le parole del primo cittadino.
Che dice di non averlo certamente incontrato di persona, anche perché "probabilmente se lo avessi incrociato qualche dubbio lo avrei avuto avendo più contezza delle foto segnaletiche".
Il sindaco ha quindi parlato del vero Andrea Bonafede, l’uomo che ha “prestato” l’identità a Messina Denaro. Notizia di oggi è che è stato sequestrato l’appartamento di proprietà della madre di Bonafede. "La mamma di Bonafede è una persona anziana, immagino poveretta cosa starà passando, conosco invece Andrea Bonafede, più o meno mio coetaneo, ci siamo spesso incrociati. Fino a ieri non avevo nessun sentore che fosse una persona sospettabile di queste azioni. L’ho sempre visto come un gran lavoratore, non lo si vedeva in giro se non per lavorare. Non posso che prendere atto di questa sua dimensione che mi getta nello sconforto. Oggi si trova coinvolto pienamente nella vicenda di Matteo Messina Denaro".
Sulla vicenda della carta d’identità che usava il boss il sindaco difende l’operato del Comune di Campobello: "Posso dire che il Comune ha rilasciato un documento regolare, che evidentemente poi è stata contraffatta togliendo la foto del vero Bonafede e inserendo quella di Messina Denaro".
Intervista realizzata da Roberto Marrone