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Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, restano in carcere il medico del boss e il cugino di Andrea Bonafede: le accuse

Il tribunale del Riesame ha respinto le istanze di liberazione per Alfonso Tumbarello, che avrebbe seguito il boss latitante (ben consapevole di chi fosse, secondo l’accusa) consentendogli anche di sottoporsi a due interventi, e di Andrea Bonafede, omonimo del geometra che ha ceduto la sua identità a Messina Denaro.
A cura di Biagio Chiariello
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Restano in carcere Alfonso Tumbarello e Andrea Bonafede, rispettivamente il medico di Campobello di Mazara che ha curato per due anni, durante la latitanza, il boss Matteo Messina Denaro, e il cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al capomafia.

Il tribunale del Riesame ha respinto le istanze di scarcerazione avanzate dai legali degli indagati, confermando quindi le accuse di concorso esterno per Tumbarello e di favoreggiamento aggravato per l'altro indagato, così come formulate e documentate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova. I loro arresti erano scattati  nei giorni successivi alla cattura al capomafia di Castelvetrano fermato il 18 gennaio all'interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove si stava curando.

Secondo la ricostruzione della procura di Palermo, Tumbarello era perfettamente a conoscenza del fatto che il suo paziente non fosse Andrea Bonafede, bensì Matteo Messina Denaro in persona. Avrebbe stilato per lui 137 ricette per farmaci e visite specialistiche e sarebbe stato anche lui a creare la cartella che aveva consentito all'ex ormai latitante numero uno in Italia di essere operato a Mazara del Vallo nel 2020.

Il medico avrebbe così garantito al boss non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie di cui soffre, ma anche la riservatezza sulla sua reale identità. Il nome del medico era spuntato anche nella vicenda che coinvolse l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, condannato per traffico di droga e protagonista di un lungo carteggio con Messina Denaro. Vaccarino si era rivolto a Tumbarello per incontrare il fratello di Messina Denaro, Salvatore. L’incontro si svolse nello studio del dottore. I legali dei due indagati hanno sostenuto che i loro assistiti non erano a conoscenza della vera identità del paziente.

A Andrea Bonafede, invece, i pm contestano di aver fatto la spola con lo studio di Tumbarello per consegnare al boss le ricette mediche e al professionista i documenti sanitari che il padrino di volta in volta gli sottoponeva. Per lui era subito scattata l’immediata sospensione di dipendente del Comune di Campobello di Mazara.

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