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Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, perché l’indagine si chiama Tramonto: c’entra la poesia di una bimba uccisa dalla mafia

A Matteo Messina Denaro i carabinieri del Ros hanno presentato il testo della poesia “Tramonto”, composta da Nadia Nencioni, uccisa a 9 anni nella strage di via dei Georgofili a Firenze nel 1993: da qui il nome dell’intera operazione che ha portato all’arresto del boss.
A cura di Ida Artiaco
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"Il pomeriggio se ne va. Il tramonto si avvicina, un momento stupendo, il sole sta andando via, è già sera tutto è finito". Questa poesia è stata scritta da Nadia Nencioni nel 1993 e si intitola "Tramonto", la stessa parola che gli inquirenti hanno utilizzato per ribattezzare l'operazione che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro a Palermo.

Nadia, infatti, che quando ha scritto la poesia aveva solo 9 anni, non era una bambina qualsiasi: è infatti una delle cinque vittime della strage di via dei Georgofili, avvenuta a Firenze, nei pressi della Galleria degli Uffizi, il 27 maggio 1993, per cui proprio Messina Denaro è condannato all’ergastolo. E questa poesia la scrisse solo qualche giorno prima della bomba, che uccise anche la sua sorellina Caterina, che aveva 50 giorni di vita ed era appena stata battezzata.

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Quando è arrivato nell'hangar subito dopo la cattura, riferisce La Repubblica, i carabinieri del Ros hanno presentato al boss siciliano il foglietto con la poesia scritta da Nadia. Lui aveva al polso un orologio da 30mila euro. Subito dopo e quasi improvvisamente, Messina Denaro ha chiesto un foglio di carta e una penna, scrivendo: "I carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande rispetto e umanità. Palermo, 16 gennaio 2023. Matteo Messina Denaro".

Immagine della strage di via dei Georgofili.
Immagine della strage di via dei Georgofili.

Il boss sarebbe arrivato questa mattina a Pescara, da dove verrà trasferito probabilmente nel carcere dell'Aquila in regime di 41 bis perché, riportano indiscrezioni di stampa, c'è un buon reparto di medicina oncologica e consente spostamenti facili verso Roma. Tra i detenuti altri nomi illustri come Filippo Graviano, anche lui nome di spicco di Cosa Nostra, e Nadia Desdemona Lioce, che, per le Nuove brigate rosse, è stata condannata all’ergastolo per gli omicidi Biagi e D’Antona.

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