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Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, minacce al legale d’ufficio dopo la rinuncia: “Perché lo hai fatto? Vuoi morire?”

Si procederà all’analisi dei tabulati telefonici dopo la chiamata minatoria ricevuta dal legale Calogero Montante, nominato d’ufficio come difensore di Messina Denaro nel processo per le stragi. L’avvocato aveva rinunciato all’incarico.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Messina Denaro portato via dopo l'arresto
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Dopo la telefonata minatoria ricevuta dall'avvocato Calogero Montante, che voleva rinunciare alla difesa di Matteo Messina Denaro per il processo sulle stragi, la Squadra Mobile di Agrigento ha dato il via a un'indagine su quanto accaduto.

Si parte dall'analisi dei tabulati telefonici, concentrandosi sulla fascia oraria delle 14 di sabato 11 marzo. Stando a quanto reso noto, la chiamata è infatti arrivata intorno alle 14,02 sul telefono cellulare del legale, utenza collegata in deviazione di chiamata a quella dello studio legale di Canicattì. Nonostante l'intimidazione, Montante ha voluto rinunciare al caso così come annunciato già poco dopo la nomina d'ufficio. 

L'avvocato Montante era stato nominato mercoledì scorso come difensore d'ufficio del boss di Cosa Nostra dopo la rinuncia della legale Lorenza Guttadauro, figlia di Rosalia Messina Denaro arrestata pochi giorni fa con l'accusa di aver appoggiato il fratello Matteo nella latitanza trentennale, aiutandolo di fatto a mandare avanti l'organizzazione mafiosa. 

Montante aveva espresso la volontà di rinunciare all'incarico perché quattro anni prima aveva svolto le funzioni di vice procuratore onorario presso la Procura di Palermo. Poi, intorno alle 14,02 di sabato, la telefonata anonima. L'uomo dall'altra parte della cornetta aveva intimato all'avvocato di difendere il boss, chiedendogli più volte il perché della denuncia. "Perché non hai difeso Matteo? – aveva domandato più volte al telefono – Sono un suo amico. Vuoi morire?".

Il legale si è presentato al commissariato e ha sporto denuncia per quanto accaduto. La polizia ha quindi dato il via alle indagini con l'analisi dei tabulati telefonici. Intorno a Montante è nel frattempo scattato un cordone di vigilanza di carabinieri e polizia su disposizione della prefettura di Agrigento.

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