Messina Denaro, Laura Bonafede non parla: la maestra arrestata non risponde al giudice
Laura Bonafede non parla, almeno per ora. La maestra di Campobello di Mazara arrestata con l'accusa di aver favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, intrattenendo con lui uno stretto e lungo rapporto, infatti oggi ha fatto scena muta davanti al giudice che la interrogava sui fatti che le vengono contestati. La donna non ha voluto rispondere al gip Alfredo Montalto che l'ha incontrata in carcere e si è avvalsa delle facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia.
A questo punto molto probabilmente il giudice confermerà la custodia cautelare in carcere a suo carico eseguita giovedì scorso dai carabinieri con la pesantissima accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati dall'avere agevolato Cosa nostra.
Per gli inquirenti l'insegnante siciliana, figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede e moglie del killer di mafia Salvatore Gentile, avrebbe avuto un lunghissimo rapporto intimo col boss iniziato negli anni '90 ma soprattutto la donna avrebbe provveduto alle necessità quotidiane del latitante, ad esempio facendogli la spesa nel periodo Covid, e con lui comunicava assiduamente con un codice cifrato.
Proprio i pizzini e le lettere incastrerebbero la maestra tra cui una lettera in cui la 56enne esprimeva malcontento per la quotidiana presenza di Messina Denaro a casa di un'altra donna, Lorena Lancieri, anche lei arrestata col marito Emanuele Bonafede, per favoreggiamento del boss in quanto ospitava Matteo Messina Denaro a casa permettendogli così di sfuggire alle autorità.
La maestra Bonafede era stata anche intercettata nelle immagini di video sorveglianza di un supermercato di Campobello di Mazara mentre dialogava con il boss ma per l'accusa addirittura Laura Bonafede e Messina Denaro avrebbero coabitato per diverso tempo, una convivenza per lunghi periodi di tempo negli anni dal 2007 al 2017, e comunque non avrebbero mai interrotto le loro frequentazioni. Diverse le lettere, anche d'amore, sono state trovate dai carabinieri del Ros nel covo del capomafia.
Le missive però hanno portato alla luce anche il rapporto tra Messina Denaro e la figlia della donna che il padrino riteneva una seconda figlia. Anche lei è stata indagata tanto che la Procura ne aveva chiesto l'arresto, ma il gip ha respinto l'istanza.