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Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, il pentito Mutolo: “Trattativa Stato-mafia in corso, nel Governo c’è sempre qualcuno”

È tornato a parlare Gaspare Mutolo, pentito di mafia ed ex autista di Totò Riina. Intervistato da Massimo Giletti nella puntata di ieri di Non è l’Arena ha spiegato che “l’arresto di Messina Denaro sembrava un appuntamento. Nell’agenda rossa di Borsellino i contatti tra mafia e istituzioni: ma la trattativa è ancora in corso”.
A cura di Ida Artiaco
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"Nel Governo ci sono le persone più buone d'Italia, ma in mezzo a loro c'è sempre qualcuno….La trattativa Stato-mafia è ancora in corso". A parlare è Gaspare Mutolo, pentito e collaboratore di giustizia dall'inizio degli anni Novanta, ex autista di Totò Riina, del quale conosceva molti segreti.

Intervistato da Massimo Giletti nella puntata andata in onda ieri sera su La7 di Non è l'Arena, Mutolo ha raccontato che "nella casa di Riina c'erano i contatti della mafia con i politici più importati d'Italia. Io voglio dire: nel Governo ci sono le persone più buone dell'Italia, ma in mezzo a loro c'è sempre qualcuno…Quando sento parlare dei documenti e delle intercettazioni parlano sempre di mafia e terrorismo".

Il pentito ha spiegato anche l'importanza dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, scomparsa subito dopo l'attentato a via D'Amelio nel luglio del 1992 e mai più ritrovata. "Avevo visto Borsellino due giorni prima che morisse e avrei dovuto rivederlo il giorno dopo – ha detto -. Era il clima che c'era, quando scriveva quello che doveva scrivere, i contatti che c'erano e quello che volevano fare le istituzioni, li scriveva sull'agenda rossa. Non voleva verbalizzare perché non aveva fiducia. Si rende conto degli impicci che c'erano? La trattativa è ancora in corso".

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Mutolo ha poi commentato l'arresto di Matteo Messina Denaro, il super boss di Cosa Nostra catturato il 16 gennaio dopo quasi 30 anni di latitanza. "Per esperienza posso dire che in tutti gli arresti, anche non a livello di Matteo Messina Denaro, come il mio, c'è sempre stata una preoccupazione, una paura e i boss erano in compagnia. Il suo mi è sembrato come un appuntamento, l'hanno portato tranquillamente in macchina".

Non è la prima volta che il pentito definisce una messa in scena l'arresto del Padrino di Catselvetrano. Già nei giorni scorsi aveva dichiarato in un'altra intervista all'AdnKronos che per lui "è stata una cattura programmata, perché ci sono altri interessi. Ricordiamo i messaggi mandati dal carcere da Giuseppe Graviano su Berlusconi".

E quindi ha parlato di nuovo di trattativa: "Non hanno trovato documenti importanti nell'ultimo covo. Hanno trovato una pistola calibro 38, ma non quello che hanno sperato come l'agenda del povero giudice Paolo Borsellino. Quindi, hanno fatto sparire tutto perché forse c'era questo accordo, che Messina Denaro si doveva consegnare e lui avrà fatto sparire tutto. Qualsiasi persona ha qualcosa di compromettente a casa, figuriamoci Messina Denaro. Noi sappiamo che Messina Denaro fa parte della massoneria, della mafia, ha compiuto tutte le stragi e le cose orrende accadute in Italia, ma sicuramente non troveranno niente perché lui si è consegnato".

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