Messina Denaro e il fallito attentato al commissario Germanà: “Adesso confessi i suoi peccati”
Era il 14 settembre 1992, una calda mattina a Mazara del Vallo, quando Cosa Nostra decise di attaccare l’allora commissario della città Calogero Germanà.
Un commando armato e formato da sanguinari nomi di spicco della mafia di quel tempo, ovvero Giuseppe Graviano, Leoluca Bagarella e Matteo Messina Denaro, tutti a bordo di un'auto, si avvicinarono alla vettura del commissario che stava percorrendo il Lungomare Fata Morgana, e iniziarono a sparargli contro.
Immediatamente il commissario Germanà ebbe l’istinto di abbassare la testa riuscendo a schivare i proiettili che lo ferirono solamente di striscio. Quel giorno Germanà non perse la vita per una grande fortuna: a Matteo Messina Denaro, non ancora latitante, gli si blocco il kalashnikov e lui ebbe il tempo di scendere dalla macchina e scappare verso il mare.
Una volta sbloccata l’arma il commando ricominciò a sparare verso l’acqua ma non riuscendo a colpire la loro "preda" fuggirono lasciando vivo il commissario.
Germanà già da alcuni anni precedenti al '92, con indagini concentrate su cose e persone di quel tempo, aveva arrecato fastidio alla mafia locale e siciliana che quindi non lo vedeva di buon occhio. Erano gli anni in cui il "capo dei capi" Totò Riina frequentava assiduamente la città di Mazara.
Durante la ricorrenza del trentennale dal fallito attentato, lo stesso Germanà ha svelato che neanche lui si spiega come sia rimasto in vita: "È morto Falcone, la moglie, Borsellino, la scorta, io mica avevo qualità in più! Sicuramente c’è un disegno divino dietro e siccome la bellezza è giustizia, siccome mi trovavo in questo luogo di Mazara così bello, qualcuno dall’alto mi ha voluto salvare".
Per lo stesso commissario, ogni volta tornare a Mazara è sempre bello perché dopo tanta crudeltà ha visto riversare su di sé un grande spirito di fratellanza da parte dei cittadini che, il giorno dell’attentato stavano sulla battigia e nelle abitazioni vicine, e lo hanno immediatamente aiutato.
In merito alla cattura di Matteo Messina Denaro, capo di Cosa Nostra e suo attentatore, il dottor Germanà contattato dei microfoni di Fanpage.it afferma di essere contento "perché la sua cattura è un’affermazione della Legge e la giustizia trionfa sempre. Una persona che ha seminato morte e distruzione non raccoglierà mai nulla. Adesso si farà la sua galera più che meritata, chiudiamo finalmente un capitolo e ne apriamo un altro fatto di tanto bene".
Di Messina Denaro ora sappiamo per certo che starà in regime di 41bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila dove sconterà la sua pena e al contempo riceverà le cure necessarie. Chissà se da "uomo d’onore" in preda alla malattia si convincerà a collaborare con la giustizia.
"Siccome sono molto credente e Dio sa i suoi peccati, mi auguro che li possa confessare al più presto. Per il resto gioisco della cattura e in un certo modo quando vengo a Mazara adesso mi sento più libero – conclude il commissario – ma quelli che devono essere contenti, non siamo noi vittime che abbiamo sempre fatto il nostro lavoro, ma la comunità che deve continuare ad avere fiducia nelle istituzioni”.