Messina Denaro, Baiardo torna a parlare: “Se non fosse così malato non sarebbe stato arrestato”
Salvatore Baiardo, presentato da Massimo Giletti come "l’uomo che ha previsto l’arresto di Matteo Messina Denaro", è tornato a parlare della cattura del boss mafioso nel corso della trasmissione di questa sera Non è l’arena su La7.
"Presumo sia una resa sua, non è che lo Stato lo sta prendendo", aveva detto Baiardo, che per anni ha tutelato la latitanza dei fratelli Graviano, in una intervista realizzata mesi prima dell’arresto di lunedì scorso a Palermo, aggiungendo che il capomafia era molto malato e che la cattura sarebbe stata "un bel regalino".
Baiardo e le rivelazioni su Matteo Messina Denaro
È stata una coincidenza? Quella "profezia" è un indizio di una trattativa tra parti deviate dello Stato e la mafia? "Le profezie vorrei farle in altro ambito, giocando al Superenalotto, queste non sono profezie, sono cose serie", ha detto questa sera Baiardo.
Come faceva a sapere che Messina Denaro era malato? "I giornalisti dicono che ‘correva voce’, ma nessuno lo ha mai detto", così Baiardo in tv evitando di rivelare le sue fonti sul boss. "Non ci sono solo i Graviano, ci sono altre persone", ha detto quindi smentendo di parlare per bocca dei Graviano.
"Matteo Messina Denaro, Totò Riina, Bernardo Provenzano dove sono stati arrestati? Tutti e tre in Sicilia, mentre i fratelli Graviano sono stati arrestati a Milano, c'è qualcosa che non torna. I fratelli si stavano rifacendo un'altra vita. I pentiti non possono continuare a inventarsi le barzellette. Se i Graviano dovevano continuare a delinquere, sarebbero rimasti a Brancaccio", così Baiardo a Non è l’Arena.
Il regalino per chi era? "Per chi ne beneficia", risponde a Giletti. "Non penso che ne abbia per molto, non succedeva quello che è successo", ha detto ancora facendo riferimento alle gravi condizioni di salute di Messina Denaro.
Scarpinato: "Messina Denaro aveva deciso di lasciarsi prendere"
"Nessun latitante può resistere per 30 anni, anche se ha forti appoggi locali, se non gode di protezioni che vanno al di là della mafia", le parole intanto dell'ex magistrato Roberto Scarpinato ospite a In Onda su La7. "La cattura potrebbe essere vissuta dai capi di mafia come scambio di prigionieri, basta abolire il 41 bis e il gioco è fatto. Questo è lo step a cui si mira. La mafia non è stata sconfitta con la cattura di Messina Denaro, assolutamente no. Messina Denaro ha goduto di protezioni ad altissimo livello, di sistema, perché è uomo che conosce i segreti delle stragi. Aveva deciso di lasciarsi prendere".