Messina Denaro, due mesi fa la rivelazione del pentito in tv: “È malato, trattativa per arrestarlo”
"Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?". A parlare è Salvatore Baiardo, pentito che gestì la latitanza dei fratelli Graviano.
Lo ha fatto due mesi fa, il 5 novembre 2022 ai microfoni della trasmissione di La7 Non è l'Arena, molto prima che il boss di Cosa Nostra, latitante da 30 anni, fosse arrestato in una clinica di Palermo dove si trovava a causa di un tumore.
Il pentito ha spiegato a Massimo Giletti, che lo incalzava con le sue domande, che la cattura del boss sarebbe un "regalino al nuovo Governo", guidato da Giorgia Meloni. "Sarebbe un fiore all'occhiello per il nuovo Esecutivo", aggiunge Boiardo.
Il quale, al termine della conversazione col giornalista, ha affermato che la "trattativa Stato-Mafia non è mai finita. Tutto è possibile come quando è stato arrestato Toto Riina. Qualcuno potrebbe far sembrare tutto casuale? Magari tutto è già programmato da tempo", ha aggiunto. Infine, ha precisato: "Quando avverrebbe l'ipotetico arresto? ci sono delle date che parlano, non è che io sto inventando. Presumo sia arrivato il momento di fare un regalino".
Matteo Messina Denaro è stato arrestato oggi a Palermo nell'ambito di una operazione condotta dai carabinieri del Ros e coordinati dalla Procura del capoluogo siciliano nel bar di una clinica privata dove si curava per via di un tumore.
Il superlatitante si faceva chiamare Andrea Bonafede. Negli ospedali presentava una carta d'identità rilasciata dal comune di Campobello di Mazara dove risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala. Il boss è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il mafioso aveva anche un codice fiscale con i dati relativi a Andrea Bonafede.