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Agguato contro il presidente del Parco dei Nebrodi. Crocetta: “Esercito contro la mafia”

Colpi d’arma da fuoco nella notte contro l’auto su cui viaggiava il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, nel Messinese. Anche in passato Antoci era stato fatto oggetto di intimidazioni. Crocetta: “La mafia ha alzato il tiro, lo Stato invii l’esercito”.
A cura di Susanna Picone
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La scorsa notte il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci è stato vittima di un agguato. Due persone hanno sparato contro la sua auto: è accaduto dopo l’una lungo la strada statale che collega San Fratello a Cesarò, nel Messinese. Antoci si è salvato grazie agli uomini della sua scorta e all’auto blindata. Da quanto ricostruito, Antoci stava rientrando da Cesarò dove aveva partecipato a una manifestazione. L’auto del presidente del Parco dei Nebrodi è stata bloccata lungo i tornanti di montagna da un commando che ha aperto il fuoco sulla vettura. Contro i sicari hanno sparato i poliziotti della scorta di Antoci che hanno messo in fuga i due. Nessuno sarebbe rimasto ferito e il presidente è stato portato in ospedale solo per precauzione. Sul posto è intervenuto anche il dirigente del commissariato di Sant'Agata Militello che stava tornando a casa a sua volta percorrendo la stessa strada. Le indagini sono condotte dalla polizia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Messina.

Diverse le minacce subite da Antoci – Non è la prima volta che Giuseppe Antoci riceve minacce: da alcuni anni alla guida del Parco dei Nebrodi, Antoci ha segnalato il vorticoso giro di denaro in mano alle associazioni mafiose e qualcuno gli ha spedito lettere intimidatorie e proiettili come “avvertimento”. “Ne avete per poco tu e Crocetta. Morirete scannati”, si leggeva ad esempio in una missiva recapitata a dicembre 2014 negli uffici del Parco dei Nebrodi di Sant'Agata di Militello. A luglio 2015, invece, una molotov con la scritta “Ve ne dovete andare” era stata fatta trovare presso le aree attrezzate di Piano Cicogna a Cesarò. “Coloro che pensano che, attraverso questi ignobili segnali, si possa ritornare al passato, fermando l'opera di lotta all'illegalità, stiano certi che ciò non accadrà, non si arretrerà di un passo”, aveva detto il dirigente dopo questi episodi.

La lettera di minacce inviata nei mesi scorsi.
La lettera di minacce inviata nei mesi scorsi.

“Sto bene, grazie alla polizia” – “Sto bene. Il mio grazie va alla Polizia di Stato per avermi salvato la vita. Il mio impegno non si ferma e vado avanti”, ha detto invece dopo l’agguato di questa notte Antoci. Di “un atto di guerra, una sfida allo Stato” ha parlato il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. “Antoci non è solo. Se è guerra, pertanto, guerra sia. Siamo pronti a combatterla tutti insieme. I mafiosi sappiano che non avranno tregua”, ha detto.

Crocetta: “Rafforzare le misure di sicurezza” – Solidarietà ad Antoci è subito arrivata anche dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. “Il vile attentato contro il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci si lega alla battaglia che insieme stiamo facendo contro la mafia dei pascoli e all'azione di moralizzazione che stiamo portando avanti, che ha già portato a diversi arresti sul territorio”, così Crocetta che ha ribadito che sono tutti illesi grazie all'azione di coraggio dei poliziotti. “Occorre rafforzare – ha aggiunto – le misure di sicurezza a favore di Antoci e intensificare l'azione di lotta contro la mafia dei Nebrodi, che pensa ancora di essere potente e immune. Dobbiamo liberare la provincia di Messina dalla mafia dei colletti bianchi e da quella che nei territori esercita un potere violento verso i cittadini”. Questa mattina insieme al sindaco di Santo Stefano di Camastra il governatore è andato a trovare Antoci presso la sua abitazione. In seguito sempre Crocetta ha rivelato che la banda armata che ha aperto il fuoco contro la blindata del presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, aveva bombe molotov che sarebbero state ritrovate dagli inquirenti nel luogo dell'agguato. "E' chiaro che l'attentato è stato preparato nei dettagli – sostiene il governatore – La banda, dopo aver sparato, non ha avuto il tempo di lanciare le molotov per la reazione dei poliziotti che hanno risposto al fuoco".

“La mafia ha alzato il tiro, lo Stato invii l’esercito” – “Con l'agguato ad Antoci la mafia ha alzato il tiro, lo Stato deve reagire in modo adeguato. Propongo l'invio dell'esercito nei comuni del Parco dei Nebrodi e perquisizioni a tappeto nelle campagne come ai tempi del sequestro Moro e dei Vespri siciliani”, ha detto il governatore della Sicilia in conferenza stampa, a Palermo, parlando dell’attentato di questa notte. Crocetta ha rivelato anche l'esistenza di indagini su un settore delicato: “Ci sono veterinari del sistema regionale compiacenti con i mafiosi dediti alla macellazione clandestina. Lo dico con certezza, senza temere denuncia. C'è una inchiesta aperta dalla magistratura e la mafia lo sa”. “Voglio continuare ad andare avanti non mi fermeranno. È stata un'esperienza bruttissima e un momento molto delicato per tutti, sia per me che per i ragazzi della scorta che ringrazio così come tutta la polizia e il questore che si sono messi subito a disposizione. Se non fosse stato per loro sarei morto”, ha intanto ringraziato di nuovo Antoci dopo essere stato interrogato dai magistrati che gli chiedevano i particolare dell’agguato. "Questa esperienza traumatica mi ha dato la conferma che quello che abbiamo toccato sono interessi enormi. Cosa nostra si finanziava con i fondi europei, dopo che li abbiamo messi in difficoltà ha reagito".

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