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Messico, un altro giornalista ucciso, ormai è strage: ne hanno ammazzati sei dall’inizio dell’anno

Heber López Vásquez, direttore del giornale locale Rcp Noticias, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco nella notte nello studio di registrazione in cui stava lavorando.
A cura di Davide Falcioni
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Un altro giornalista è stato ucciso in Messico, ed è il sesto dall'inizio del 2022. Si tratta di Heber López Vásquez, direttore del giornale locale Rcp Noticias, assassinato a colpi d'arma da fuoco nella notte nello studio di registrazione in cui stava lavorando, nella zona Espinal a Salina Cruz, nello stato di Oaxaca. Due persone sono state tratte in arresto in relazione all'omicidio del reporter che, secondo il Diario de Yucatán, aveva ricevuto minacce per il suo lavoro: l'uomo aveva ripetutamente denunciato atti di corruzione da parte di funzionari politici locali.

Il Messico è considerato uno dei Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti. Da inizio anno sono stati uccisi a Tijuana la giornalista Lourdes Maldonado, il fotoreporter Margarito Martínez Esquivel e il giornalista Marco Ernesto Isla, che aveva già interrotto la professione per ‘motivi personali', il collega José Luis Gamboa a Veracruz e il cronista Roberto Toledo a Zitacuaro. Contro quella che appare come una vera e propria strage a fine gennaio ci sono state proteste dei cronisti e della società civile. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) in Messico negli ultimi 30 anni sono stati circa 140 i giornalisti.

Reporter Senza Frontiere: "Il Messico sprofonda in una spirale di violenza e impunità"

Per Reporter Senza Frontiere "anno dopo anno, il Messico continua a essere uno dei paesi più pericolosi e letali per i media. Nonostante alcuni recenti progressi, sta sprofondando sempre più in una spirale di violenza e impunità. La collusione tra funzionari e criminalità organizzata rappresenta una grave minaccia per l'incolumità dei giornalisti e paralizza il sistema giudiziario a tutti i livelli. I giornalisti che si occupano di storie politiche o criminali delicate, soprattutto a livello locale, vengono avvertiti, minacciati e poi spesso uccisi a sangue freddo. Altri vengono rapiti e mai più trovati, oppure fuggono all'estero come unico modo per assicurarsi la sopravvivenza. Andrés Manuel López Obrador, presidente del Messico dal dicembre 2018, non ha ancora attuato le riforme necessarie per frenare questa violenza e questa impunità".

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