Meredith Kercher, la sorella Stephanie: “Delusa dalla giustizia italiana, Rudy Guede non agì da solo”
Secondo Stephanie Kercher, la giustizia italiana non ha fatto abbastanza per sua sorella Meredith, morta ormai 15 anni fa a Perugia. "Giuro che non capisco perché non si possa riaprire il caso – ha affermato in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera -. Rudy Guede non ha agito da solo. Se è responsabile di un delitto in concorso con altri, perché non cercare quegli altri?".
La sorella della giovane uccisa il 1 novembre del 2007 vorrebbe la riapertura delle indagini sull'omicidio, anche se ormai sembra impossibile tornare sulle tracce di 15 anni fa. Per il delitto furono accusati Rudy Guede, Amanda Knox e il suo fidanzato Raffaele Sollecito. I due, come è noto, sono stati poi assolti definitivamente.
"Non so perché Guede, condannato a 16 anni di carcere, poi ne abbia scontati di meno. Mi hanno spiegato che in Italia esistono dei meccanismi che a determinate condizioni premiano il condannato ma continuo a non capire".
"Mi sento delusa dalla giustizia italiana – ha aggiunto – perché il tempo non attenua il dolore e io resto frustrata e insoddisfatta. Ho letto le carte e il ragionamento dei giudici non coincide con l'esito del processo". La sentenza di condanna per Guede infatti lo ritiene responsabile "in concorso con altri" che però non sono mai stati individuati. "A me questa sembra una domanda lasciata senza risposta" ha continuato Stephanie.
Non sono mancati i riferimenti ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito che dopo l'assoluzione sono diventati veri e propri personaggi "da gossip macabro". "Si sono visti di recente in Italia. Avrei preferito che i media si concentrassero su Mez per il 15esimo anniversario della sua morte. Se credo alla versione di Rudy Guede? Non posso dirlo, a questa domanda avrebbe dovuto rispondere il sistema giudiziario italiano che invece ha lasciato aperti molti interrogativi e ha riconsegnato la libertà ad Amanda e Raffaele".
La sorella della studentessa in Erasmus l'ha poi ricordata in maniera inedita, raccontando la sua infanzia in Inghilterra in compagnia della famiglia. "Era molto divertente, intelligente e premurosa. Era anche molto protettiva nei confronti di mia madre – ha raccontato -. Se chiudo gli occhi riesco ancora a vederla e a sentire il suo entusiasmo: a lei interessava molto l'italiano e la politica, esattamente come mia madre. Poi amava scrivere come papà. Sono certa che la sua vita avrebbe avuto un grande impatto nel mondo".
"Dopo la sua morte – ha continuato – con i miei abbiamo messo via i suoi compiti, gli oggetti scolastici, i libri e le fotografie. Era un modo per avere sempre a portata di mano una parte di lei. Tutto per noi è cambiato in un momento e l'unica cosa che ci ha permesso di andare avanti è stato il calore e il sostegno di amici, vicini e parenti. Siamo stati accuditi e abbracciati anche da tanti sconosciuti, soprattutto italiani".