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L'omicidio Meredith Kercher

Meredith, Cassazione motiva assoluzioni: “Clamorosi errori nell’inchiesta”

Le motivazioni della sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007.
A cura di Susanna Picone
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La Corte di Cassazione ha depositato questa mattina le motivazioni dell’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i due giovani accusati dell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese ammazzata a Perugia nel 2007. A carico della Knox e di Sollecito manca un “insieme probatorio” contrassegnato da evidenza oltre il ragionevole dubbio, fanno sapere i giudici. Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti il 27 marzo scorso. Secondo la Cassazione il processo per l’omicidio di Meredith Kercher ha avuto “un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o ‘amnesie' investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine”. Ad avviso della Suprema Corte, se non ci fossero state tali defaillance investigative, e se le indagini non avessero risentito di tali “colpevoli omissioni”, si sarebbe con ogni probabilità consentito sin da subito di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità di Knox e Sollecito rispetto all'accusa di avere ucciso la studentessa inglese. Nelle motivazioni dell’assoluzione si legge che è un dato “di indubbia pregnanza” a favore degli imputati – “nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all'omicidio, pur nell'ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola” – la “assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili” nella stanza dell'omicidio o sul corpo della vittima.

Per l’omicidio Meredith condannato solo Guede – Sul luogo del delitto e sul corpo di Meredith sono “invece state rinvenute numerose tracce riferibili al Guede”, il giovane ivoriano condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione. Per quanto riguarda il gancetto del reggiseno della vittima, i Supremi giudici rilevano che la sola traccia biologica rinvenuta non offre certezza alcuna in ordine alla sua “riferibilità” a Raffaele Sollecito “giacché quella traccia – sottolinea la Cassazione – è insuscettibile di seconda amplificazione, stante la sua esiguità, di talché si tratta di elemento privo di valore indiziario”. C’è un solo dato di irrefutabile certezza per la Corte: “la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse nei confronti di Patrick Lumumba”.

Il clamore mediatico – Nelle motivazioni si fa riferimento anche a come è stata trattata la vicenda del delitto di Perugia sui media: secondo i giudici “l'inusitato clamore mediatico” del delitto Kercher e i “riflessi internazionali” non hanno “certamente giovato alla ricerca della verità” provocando una improvvisa accelerazione delle indagini “nella spasmodica ricerca” di colpevoli “da consegnare all'opinione pubblica internazionale”.

Le reazioni di Sollecito e Knoz – “Emerge chiaramente e definitivamente che sono stato vittima di un clamoroso errore giudiziario che rimarrà alla storia”: queste le parole di Raffaele Sollecito dopo le motivazioni della Cassazione. “Le indagini – ha detto l’ingegnere pugliese – sono state estremamente lacunose e piene di errori. Grazie a tutto ciò ho trascorso quattro anni in carcere più altri 4 di tormento per nulla”. Prima di lui erano intervenuti anche i suoi legali, Giulia Bongiorno e Luca Mari. La prima ha detto che la Cassazione ha confermato una volta di più che “Raffaele Sollecito è stato processato per anni e tenuto in carcere da super-innocente”. “Per Sollecito e per la Knox – ha detto l’avvocato Maori – non ci sono né indizi né prove”. I legali stanno lavorando a una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione dato che il giovane è rimasto in carcere quasi quattro anni. Amanda Knox dagli Usa ha fatto sapere di essere molto sollevata e contenta perché in queste motivazioni “ci sono tutte le cose che abbiamo sempre sostenuto”, così tramite il suo legale Carlo Dalla Vedova.

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