Meredith, Amanda, Raffaele e Rudy: una tragedia di quattro giovani diventata reality
Urla, pianti e contestazioni da stadio hanno accompagnato la sentenza di assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Centinaia di giornalisti in ogni angolo del mondo hanno battuto la notizia, commentandola e contestando la scelta della Corte o sottolineando incoerenze del nostro sistema giudiziario.
Alle macchinette del caffè degli uffici, l’omicidio di Perugia è diventato l’argomento di conversazione più gettonato. Ieri andava affondo l’Italia e la sua economia, le pagine dei giornali si alimentavano di commenti e previsioni di economisti noti, poco prima, solo ai tecnici; oggi, il caso della povera-Meredith primeggia ed i commentatori diventano i criminologi, gli avvocati, gli investigatori.
I riflettori dei media sull’omicidio di Perugia hanno fatto diventare protagoniste le parole, i commenti e le procedure giudiziarie, lasciando nell’ombra le vite di quattro giovani travolte da un evento lugubre.
Meredith è morta perché dissanguata, a seguito di una ferita al collo. Immagino la scena: una stanza di una studentessa che vive lontano da casa coperta di sangue; il viso della giovane marmoreo, chiazzato di quel rosso che fino a poche ore prima la rendeva viva.
Amanda e Raffaele hanno scontato 4 anni di detenzione. Immagino le sbarre, lo spazio ristretto, i compagni di cella di Sollecito ed Amanda. Ragazzi di estrazione sociale borghese che precipitano in prigione, costretti a condividere spazi intimi con persone che appartengono a mondi totalmente diversi. Immagino le loro aspettative di vita trasformate da questa vicenda: gli studi interrotti, i sogni infranti ed il duro confronto con mondi che mai si pensava di incrociare.
Rudy Guede è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Lo immagino ascoltare la notizia dell’assoluzione e sentire la cella diventare ancora più stretta. Di certo pensa che, forse, se la strategia difensiva del suo avvocato fosse stata diversa, avrebbe potuto festeggiare anche lui un’assoluzione. Il punto è che lui non era, come Raffaele Sollecito, difeso dall’avvocato che fu di Andreotti, Giulia Bongiorno.
Nel novembre 2007 Meredith aveva 22 anni, Raffaele 24, Amanda 20, e Rudy 21 anni. Quella notte a Perugia è cambiata la vita per loro e per i loro familiari, per tutti è successo qualcosa che mai avrebbero immaginato.
Per i giornalisti e per tutti quanti noi che oggi ci indigniamo, discutiamo e commentiamo domani sarà solo come aver guardato una partita di calcio. Domani cambieremo l’oggetto della nostra indignazione ed alle macchinette del caffè si parlerà d'altro.