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Mercatone Uno, sciacalli all’assalto dei negozi chiusi: i dipendenti presidiano i capannoni

Diversi episodi di furto o tentato furto segnalati dai sindaci in Puglia e in altre città italiane. Approfittando dell’assenza o comunque della minore attività di controllo, malviventi si sono introdotti nei capannoni ancora pieni di merce per portare via il possibile. “L’integrità del patrimonio dell’azienda è uno dei requisiti circa la sopravvivenza e la continuità legata ad eventuali nuovi acquirenti” avvertono i sindacati chiedendo alle autorità di vigilare.
A cura di Antonio Palma
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Non bastava essersi ritrovati da un giorno all'altro senza lavoro dopo averlo scoperto sui social e per caso del fallimento del gruppo, i dipendenti di Mercatone Uno rischiano ora di vedersi sfilare sotto il naso anche tutta la merce presente ancora dentro i capannoni dei punti vendita chiusi in fretta e furia. Da alcuni giorni infatti sciacalli sono entrati in azione in diversi negozi mettendo segno furti e tentati furti tanto da fare scattare l'allarme dei dipendenti che ora hanno deciso di mettersi a presidio dei negozi chiusi. A Denunciare tutto sono i sindacati dei lavoratori, raccontando di diversi episodi avvenuti in Puglia ma anche in altre città d'Italia. Approfittando dell'assenza o comunque della minore attività di controllo, i malviventi si sono introdotti nei negozi di Bari, Terlizzi e Francavilla Fontana.  Nei primi due casi non sono riusciti a portare via nulla, nel terzo caso invece hanno portato via mezzo reparto elettrodomestici.  Furti o tentativi si sono registrati anche nel Napoletano e a Milano.

“L’assalto ai punti vendita di Bari, Terlizzi e Francavilla Fontana, con il furto e tentato furto di elettrodomestici, così come avvenuto in altre città dove ha sede Mercatone Uno, sono il frutto di una smobilitazione avvenuta in poche ore che ha lasciato le ditte addette alla vigilanza senza più alcun riferimento, anche rispetto al pagamento del servizio" spiegano in una nota congiunta, i segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Filcams Cgil Puglia, Barbara Neglia, sottolineando che "che l’integrità del patrimonio dell’azienda è uno dei requisiti circa la sopravvivenza e la continuità legata ad eventuali nuovi acquirenti”.

Per questo, dopo i presidi di protesta dei giorni scorsi, in molti centri i lavoratori hanno deciso di tornare a presidiare i cancelli questa volta per difenderli da assalti anche se non è loro consentito entrare all'interno. Intanto i sindacati denunciano anche lo stato in cui gli stessi lavoratori si sono venuti a trovare e cioè nella "difficile condizione di non occupati ma nemmeno licenziati o in cassa, ma parte di una procedura fallimentare dai tempi impossibile da prevedere". "Serve una certificazione di interrotta attività che permetterebbe agli stessi di chiedere la momentanea sospensione del pagamento delle rate di mutui. Chiediamo un intervento quanto mai urgente per non unire al danno la beffa per chi da un giorno all’altro, e avvisato tramite social, si è trovato senza più lavoro e reddito, con alle spalle già un lungo periodo di sacrifici e rinunce sul piano salariale" concludono i rappresentanti dei lavoratori

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