Mentre Montefusco sparava a moglie e figliastra, il figlio minore chiamava il 112: “C’è papà con un fucile”
"Abbiamo bisogno di un'ambulanza e della polizia perché mio padre ha preso un fucile e ha ucciso mia sorella". Sono gli stralci della confusa telefonata fatta al 112 dal figlio minorenne di Salvatore Montefusco il 13 giugno 2022, giorno in cui il 70enne uccise a fucilate la moglie Gabriela e la figlia Renata Trandafir.
Per il delitto, l'uomo è statovcondannato a 30 anni di reclusione. I giudici hanno respinto l'ergastolo richiesto dalla Procura, adducendo come motivazioni il presunto "stato d'animo umanamente comprensibile" dato dal "contesto conflittuale in casa".
Il ragazzo oggi maggiorenne contattò il 112 mentre cercava di difendere la madre Gabriela dall'aggressione di Montefusco. La donna era già stata ferita da due colpi di arma da fuoco esplosi dal 70enne, uno mentre cercava di fuggire e l'altro esploso dal giardino direttamente nel vetro della finestra della camera da letto del figlio.
"Dove vi trovate?" chiede il centralinista mentre l'aggressione è ancora in atto. Il ragazzo cerca di fornire informazioni precise. "Cavazzona" riesce solo a dire prima di essere raggiunto dal padre. A quel punto, cerca di difendere con tutte le sue forze la madre 47enne, facendole scudo con il proprio corpo. L'aggressione è stata registrata dal 112.
"Le sto ammazzando – dice a un certo punto Montefusco – tutte e due. Sto ammazzando mia moglie e mia figlia, venitemi a prendere". L'adolescente è stato soccorso poco dopo da un vicino di casa che ha a sua volta contattato la Polizia di Bologna. "Ho trovato un ragazzo che scappava per strada, ha detto che il padre ha preso un fucile e sparato alla mamma e alla sorella".
"Mi sono svegliato nelle urla – ha raccontato poi il minore alla Polizia -. Sono sceso in cucina e ho visto mia madre. Ho provato a chiamare il 112 ma non ci sono riuscito. Ho solo visto che le è arrivato un colpo di fucile ad altezza pancia".