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Mense scolastiche: cibo buono, ma strutture scadenti e costi troppo alti per le famiglie

La fotografia è stata scattata da Cittadinanzattiva. Dall’analisi è emerso che su 79 scuole che erogano il servizio di ristorazione, ben 18 non hanno un vero locale mensa, quasi una su quattro. Il costo medio della refezione scolastica per famiglia tipo è di 728 euro per la scuola dell’infanzia e per la primaria, ma varia di regione in regione.
A cura di C. T.
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Cibo di buona qualità e pulizia adeguata, ma ambienti troppo rumorosi e con carenze struttuali, a fronte di una spesa media annua per famiglia di 700 euro. La fotografia delle mense scolastiche in Italia è stata scattata da Cittadinanzattiva, che ha svolto due indagini: una che ha coinvolto le mense di 79 scuole di tredici regioni raccogliendo tramite 221 indicatori, dati su qualità, sicurezza, igiene, trasparenza, costi, sprechi, rifiuti, partecipazione legati al servizio di ristorazione scolastica; e una sulla rilevazione delle rette della ristorazione scolastica in tutti i capoluoghi di provincia, per scuola dell’infanzia e scuola primaria.

Dall'analisi è emerso che su 79 scuole che erogano il servizio di ristorazione, ben 18 non hanno un vero locale mensa, quasi una su quattro, ossia il 23%. I bambini vengono fatti mangiare in altri locali, spesso in aule. Dove sono presenti, invece, le mense hanno carenze in fatto di sicurezza: oltre una su tre ha l’impianto elettrico e antincendio per nulla o solo parzialmente adeguato, il 37% non ha porte con apertura antipanico; una su dieci ha segni di fatiscenza e l'8% presenta distacchi di intonaco. Lo studio riprende i risultati dei controlli dei Nas dello scorso giugno, secondo cui "su 2.678 mense scolastiche, in una su quattro sono state riscontrate gravi irregolarità e per 37 di queste (1,4%) è stata disposta la chiusura. Sono state comminate a livello nazionale 164 sanzioni penali e 764 amministrative: tra le prime le più numerose (58) riguardano la frode in pubbliche forniture e il commercio di alimenti nocivi (23); tra le seconde ben 695 riguardano carenze igienico strutturali e/o mancata attuazione del piano di autocontrollo".

Per quanto riguarda la percezione della mensa, i bambini la vedono meno accogliente rispetto a genitori e insegnanti, e segnalano come prencipale problema quello del rumore (87%). Meno della metà degli studenti (il 46%) considera i locali ben arredati, e il 52% vede la mensa come un ambiente allegro. L'86%, però, la considera pulita, così come il 90% dei genitori della Commissione mensa, il 94% dei genitori e il 95% dei docenti. Due bambini su tre hanno detto che gli piace mangiare a mensa con i compagni. Il fatto di essere insieme agli amici è la ragione che spinge di più gli studenti ad apprezzare la ristorazione scolastica (91%). Tra i motivi che portano i bambini a non voler mangiare a mensa, invece, c'è un menù poco vario (57%), porzioni scarse (48%), ambiente è triste (37%). Tra l'altro, la ricerca riporta che "solo un bimbo su dieci dice di mangiare tutti i cibi serviti alla mensa scolastica, oltre la metà (57%) di lasciarne una parte alcune volte, un terzo confessa di mangiarne solo alcuni". Del resto, il 60% degli insegnati ha confessato che non viene "in alcun modo rilevato il gradimento del cibo da parte dei bambini. Percentuale sostanzialmente confermata (57%) fra i rappresentanti della Commissione mensa". Per quanto riguarda la trasparenza dei menù, "l'86% dei bambini non conosce la provenienza dei prodotti, mentre fra i docenti la conoscenza è più diffusa: solo il 43% ne è ignaro, poco più della metà (56%) ritiene che sia rispettata la stagionalità dei prodotti e uno su tre dichiara che vengono usati cibi biologici".

Secondo l'analisi di Cittadinanzattiva, in circa la metà delle scuole è attiva una Commissione mensa, ma "non è molto conosciuta come organo di controllo e partecipazione della scuola: solo la metà dei docenti (53%) e quasi due terzi dei genitori (64%) sa se esiste o meno nel proprio istituto". La frequenza con cui le Commissioni mensa intervistate effettuano i controlli varia da scuola a scuola, ma nel 34%, più di un caso su tre, le visite sono troppo rade, addirittura semestrali o una sola volta l’anno. "Circa un rappresentante su due dichiara di aver ottimi rapporti ed interlocuzione con l’Azienda erogatrice, e un buon rapporto con gli altri genitori nel 77% dei casi.
Ben 24 rappresentanti su 30 hanno avanzato proposte per modificare il servizio mensa nella propria scuola, quasi tutte legate al menù (sostituzione di alimenti, maggiore varietà) ma anche all’utilizzo di acqua di rubinetto, ad una diversa gestione degli avanzi, all’introduzione di tovaglie di stoffa, ma solo in meno della metà dei casi, tali richieste sono state accolte", si legge nel rapporto.

I costi delle mense scolastiche

Secondo lo studio di Cittadinanzattiva, il costo medio della refezione scolastica per famiglia tipo composta da tre persone "con reddito lordo annuo pari a 44.200 euro, al quale corrisponde un ISEE di 19.900 euro" è di 728 euro per la scuola dell'infanzia e per la primaria. Il costo però varia da regione a regione. In Emilia Romagna, ad esempio, ci sono le tariffe più alte, che arrivano a 1000 euro di spesa media annua; mentre in Calabria si viaggia su poco più di 500 euro l'anno. "Una differenza pari al 100% non giustificata esclusivamente dal costo della vita", si legge nel rapporto.

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Sopra la media nazionale per la retta della mensa anche il Piemonte (860 euro all’anno), la Liguria (857 euro), la Valle d’Aosta (835 euro), la Basilicata (833 euro), la Lombardia (820 euro), la Toscana (799 euro) e le Marche (785 euro). Al di sotto, invece, il Friuli Venezia Giulia (694 euro), il Veneto (674 euro), il Lazio (650 euro), la Sardegna (626 euro), la Puglia (616 euro), il Molise (609 euro), la Campania (592 euro), la Sicilia (579 euro), l’Abruzzo (572 euro) e la Calabria (517 euro).

Fra i capoluoghi di provincia, Livorno e Ferrara sono le città più care, con 128 euro di retta media mensile. Nella top ten anche Potenza (113 euro) e Tempio Pausania (108 euro). Fra i capoluoghi con rette annuali superiori ai 1000 euro, Reggio Emilia (1100 euro), Rimini (1080 euro), Forlì e Pesaro (1062 euro), Torino (1042 euro). La provincia meno cara per la ristorazione scolastica, invece, è Barletta, con 32 euro mensili per una famiglia tipo. Nella stessa lista anche molti capoluoghi del Sud, ad eccezione di Latina (46 euro mensili) e di Roma (45 euro) che risulta comunque la meno cara fra le città metropolitane.

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