Melanoma scambiato per tumore benigno, Jessica morta a 31 anni: a processo il medico che fece la diagnosi
Verrà processato per omicidio colposo il medico dell'Ulss 13 che nel 2010 sbagliò la diagnosi dell'esame istologico sul neo di Jessica Foscarin, la giovane di Campagna Lupia, in provincia di Venezia, all'epoca 19enne, morta 12 anni dopo proprio a causa di quel melanoma, erroneamente scambiato per benigno.
Nella giornata di ieri, mercoledì 8 maggio, il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Maria Rosa Barbieri, ha rinviato a giudizio il medico, come richiesto dal pubblico ministero Giovanni Gasparini.
A confermare il nesso tra l’errore e la morte della donna c'è una consulenza medico legale disposta dal tribunale di Venezia che afferma come l’errata valutazione della natura del neo sia stata determinante nel decesso avvenuto a distanza di molti anni, un periodo durante il quale la malattia poteva essere curata.
Per la difesa del medico l'avvocato Simone Zancani, dello studio Simonetti, ha voluto invece sottolineare la rarità del melanoma che aveva colpito la giovane, particolarmente letale. In tanti anni di attività il suo assistito, ha sostenuto il legale, non aveva mai avuto occasione di diagnosticare, si legge su Il Gazzettino.
Questa tesi sarà valutata durante il processo che inizierà il prossimo 24 settembre nel quale non si sono costituiti i famigliari della donna, che hanno invece preferito intraprendere una causa civile contro l’Usl 3 Serenissima e chiedono un risarcimento di oltre un milione di euro per omessa diagnosi.
Ieri la stessa azienda sanitaria, ribadendo la sua "vicinanza alla famiglia", ha sottolineato come già "nel corso dell'iter giudiziario sia stata evidenziata la complessità del caso clinico e della conseguente diagnosi".
La storia di Jessica Foscarin
Il calvario della 31enne era iniziato nel 2020 quando aveva scoperto un nodulo al seno che si era poi rivelato un tumore maligno con metastasi. Mentre si curava e i medici cercavano di capire l‘origine del nodulo, lei era tornata indietro con la mente, quando a 19 anni si era sottoposta a un intervento di rimozione di un neo nello stesso punto che dai test era stato giudicato benigno.
Il campione di tessuto, conservato nella banca dati dell’ospedale, era stato rianalizzato ed era emerso che la diagnosi era sbagliata perché si trattava di un tumore maligno della pelle. A quel punto però era ormai troppo tardi per la donna che era deceduta una sera di luglio del 2022, nonostante si fosse sottoposta per diverso tempo a cicli di chemioterapia.