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Melania Rea: un bacio incastrerà Salvatore Parolisi?

Continuano a trapelare particolari interessanti relativi all’autopsia condotta sul corpo della giovane Melania Rea, uccisa il 18 aprile scorso a Ripe di Civitella.
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melania rea casermette

Dopo i primi risultati dell'autopsia, in queste ore vengono fuori gli ulteriori scenari che la perizia del medico legale Adriano Tagliabracci ha aperto. Si delinea un quadro che contemplerebbe la presenza  di Salvatore Parolisi sulla scena del delitto, nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, in quel luogo dove portava le sue allieve per l'addestramento. Vediamo quali  sono i particolari più interessanti emersi dalla relazione di 80 pagine depositata mercoledì.

IL LUOGO DEL DELITTO: Fino a pochi giorni fa, gli inquirenti avevano preso in considerazione la possibilità che Melania fosse portata alle Casermette dopo essere stata uccisa. In realtà, secondo Tagliabracci, stando alla causa della morte (emorragia interna acuta) e per la quantità di sangue ritrovata sul luogo.  Melania sarebbe stata assassinata proprio nel luogo dove il marito faceva esercitare le sue allieve.

LE TRACCE DI CAFFEINA: Quando è stata uccisa, Melania aveva in sé ancora tracce di caffeina: una sostanza che riesce a rimanere nell'organismo umano per un tempo massimo di 45 minuti, dopodiché sparisce completamente. Il 18 aprile scorso Melania uscì di casa alle 14.10 e, stando alle tracce di caffeina, venne uccisa prima delle 15. Un tempo utile soltanto per raggiungere il bosco di Ripe e non, come ha più volte raccontato Salvatore Parolisi, di fermarsi a giocare nel pianoro di Colle San Marco con la figlia Vittoria.

IL DNA  DI PAROLISI SULLA BOCCA DI MELANIA: Se in un primo momento tracce del caporal maggiore  sulla bocca di sua moglie erano potute sembrare un'ovvietà, in realtà approfondendo la perizia si capisce che non è affatto così. Le tracce non dicono che Salvatore ha baciato Melania in un momento della giornata, ma che è entrato in contatto con la bocca di sua moglie pochi istanti prima che lei morisse. La bocca "custodisce" tracce genetiche per un tempo minimo: le tracce di corredo genetico vanno via dopo pochi movimenti della bocca e per via della saliva.  Una circostanza in grado di incrinare ulteriormente la posizione di Parolisi, mentre i suoi legali continuano a professarlo innocente.

IL DNA DI UNA DONNA: Non solo, nella giornata di ieri, dopo aver appreso i risultati dell'autopsia, che ha reso noto che sotto l'unghia dell'anulare sinistro di Melania è stato ritrovato un DNA femminile, i legali di Parolisi Biscotti e Gentile hanno rilanciato con forza l'ipotesi che Melania sia stata uccisa da una donna, accusando, tra le altre cose, Tagliabracci di aver dato poco spazio a questo particolare in una perizia a senso unico, ovverosia contro il loro assistito. In realtà, la "superficialità" di Tagliabracci è dovuta al fatto che la perizia non rileva alcun segno di sfregamento: si tratterebbe di un semplice contatto,  riconducibile forse una stretta di mano, e non di una probabile colluttazione tra le due donne.

I PANTALONI ABBASSATI e L'ASSALTO ALLA SENTINELLA: Più volte si è insistito sul fatto che melania è stata ritrovata con pantaloni abbassati. Il medico legale torna su questo particolare, considerato anch'esso una tecnica militare, confermando che secondo lui la vittima avrebbe abbassato volontariamente i pantaloni, forse per fare pipì e in una condizione di assoluta tranquillità. Se non fosse stato così i collant sarebbero stati trovati sfilati e invece così non è stato. Inoltre, la donna avrebbe subito un vero e proprio agguato: è stata colpita alle spalle con la tecnica dell'assalto alla sentinella ma è riuscita a sfuggire al suo aggressore correndo. Quei pantaloni abbassati non le hanno consentito di muoversi agilmente e, probabilmente dopo poco è caduta a terra. E' qui che l'omicida si è accanito su di lei: Melania non ha avuto modo di piangere e questo può voler dire che non è stata minacciata: il suo trucco è rimasto intatto,  come scrive Tagliabracci.

Così ha commentato i risultati dell'autopsia Mauro Gionni il legale della famiglia Rea, costituitasi parte civile: "Un’ipotesi concorsuale non cambia assolutamente il quadro accusatorio". In merito alla perizia  del medico legale, che sarebbe ancora secretata, domani mattina il penalista ascolano chiederà che venga tolto il segreto su quelle 88 pagine, di modo da renderla disponibile a giornali e tv.

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