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Melania Rea uccisa con tecnica militare: si stringe il cerchio attorno a Salvatore Parolisi?

Dopo la consegna della relazione finale sull’autopsia, torna alla ribalta la tesi dell’assalto alla sentinella: la tecnica militare utilizzata dall’assassino di Melania Rea per colpirla. Una circostanza che non favorisce la posizione del caporal maggiore Salvatore Parolisi.
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marito melania rea

La relazione sull'autopsia, consegnata mercoledì dal medico legale, conferma i risultati già resi noti nella prima perizia che Tagliabracci condusse sul corpo di Melania Rea. In primo luogo, la relazione del medico legale torna sulle modalità secondo cui è avvenuta l'aggressione: Melania è stata uccisa con una tecnica militare ,chiamata "assalto alla sentinella" in quanto viene praticata per mettere fuori uso gli uomini di guardia.  Secondo quanto scritto nelle 88 pagine di relazione, la donna era accovacciata  per espletare un bisogno fisiologico, i  suoi pantaloni erano abbassati ma non strappati: segno che Melania era tranquilla, forse in compagnia di qualcuno che conosceva bene e con cui non si vergognava; gli investigatori dicono: "si fidava totalmente della persona con la quale si trovava in quel momento nel boschetto di Ripe…" e questo stringe ulteriormente il cerchio attorno a suo marito Salvatore Parolisi.

Sarebbe stata presa alle spalle, una mano sulla bocca per evitare che urlasse e la torsione del capo, l'altra mano che impugna un coltello col quale l'assassino ha cercato di fenderle la gola. Melania riesce a darsi alla fuga ma la sua corsa dura pochi metri, quelli che i pantaloni abbassati le consentono di percorrere. Melania viene colpita alle spalle con 6 fendenti, poi al collo al torace e al viso. E' a terra ma non piange, non si dispera, il suo trucco è intatto: l'assassino l'ha presa alla sprovvista. Un omicidio "di rara efferatezza" e, secondo la tesi della Procura, con l'aggravante di essere avvenuto alla presenza della piccola Vittoria, che intanto dormiva in macchina.

Mentre la difesa di Parolisi punta tutto su quella traccia femminile trovata sotto l'anulare sinistro di Melania (una traccia che Tagliabracci ha definito da contatto e non da sfregamento o colluttazione), oggi vengono a galla le motivazioni avanzate dalla Procura in merito alla richiesta d'arresto per il caporal maggiore. Salvatore Parolisi sarebbe un uomo pericoloso e per tale ragione la Procura ha avanzato la richiesta di custodia cautelare. Sul quotidiano La Stampa si legge che:

L’efferatezza del delitto, la lucidità con cui ha agito (anche nei giorni successivi) e, soprattutto, l’aver esposto la figlia di 21 mesi a una simile situazione (la piccola dormiva verosimilmente in auto mentre la mamma veniva uccisa nel bosco a Ripe di Civitella), per la pubblica accusa rendono il caporalmaggiore dell’Esercito un soggetto «estremamente pericoloso». In altre parole: potrebbe uccidere ancora.

Intanto, mentre si attende la decisione del gip Carlo Calvaresi, Salvatore Parolisi, sottoposto a una pressione psicologica e mediatica fuori misura sembra mantenere lucidità: secondo indiscrezioni sarebbe proprio il caporal maggiore a fare forza ai familiari in relazione ad un suo probabile arresto.

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