Melania Rea, resta ancora il mistero sull’orario della morte
Della morte di Melania Rea, la donna di Somma Vesuviana uccisa con una trentina di coltellate e rinvenuta cadavere il 20 aprile del 2011 nel boschetto di Ripe di Civitella (Teramo), ci sono ancora molti punti da chiarire. L’ultima perizia non darebbe, per esempio, maggiori informazioni sull’ora esatta della morte: questo è quanto trapela da alcune indiscrezioni riguardo la relazione depositata in questi ultimi giorni dall’anatomopatologo Gianluca Bruno e dalla genetista Sara Gino. Di Melania Rea, dunque, si sa che è morta (secondo quanto confermato dalle altre perizie) il 18 aprile ma i due esperti non sarebbero riusciti a dare una definizione esatta di quale momento della giornata fissare come punto di partenza dell’indagine. Per fare una valutazione precisa mancano alcuni elementi, per esempio l’ora dell’ultimo pasto e la quantità di caffeina assunta dalla 29enne.
Per il delitto di Melania l’unico accusato è il marito Salvatore Parolisi, in carcere da 14 mesi e il cui processo in camera di consiglio riprenderà sabato 29 settembre al tribunale di Teramo. Un processo che dunque riprende senza aver ricevuto dalla superperizia la spinta decisiva verso l’accertamento delle verità di quanto accaduto in quel boschetto di Ripe di Civitella. I nuovi dubbi sollevati dalla perizia confermerebbero quanto già ha detto un altro analista che ha lavorato al caso, l’ematologo Stefano Vaniv. Anche secondo Vaniv, la morte della Rea sarebbe sopraggiunta prima dell’imbrunire del 18 aprile, con il suo lavoro l’esperto ha però criticato chi non si è preoccupato di prelevare campioni di larve sul cadavere prima che queste proliferassero in altri ambienti, per esempio l’obitorio dell’ospedale.