Melania Rea: il Tribunale del Riesame dice no alla scarcerazione di Salvatore Parolisi
Il verdetto era nell'aria, specialmente dopo l'udienza di ieri. Il Tribunale del Riesame de L'Aquila, cui hanno fatto ricorso i legali di Salvatore Parolisi, per richiedere la scarcerazione dell'uomo, ha deciso che il caporal maggiore, in carcere dal 20 luglio scorso con l'accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea, deve restare in carcere. Il memoriale difensivo redatto dai legali Gentile e Biscotti, infatti, secondo Giuseppe Romano Gargarella, il presidente del Tribunale, non aggiungerebbe alcun elemento di novità al quadro indiziario che, ha definito "immutato" dopo la lettura della sentenza.
Le ragioni per cui il Tribunale non ha accolto la richiesta dei legali di Salvatore Parolisi, ha continuato Gargarella, sarebbero ben espresse nelle 23 pagine di motivazione della sentenza, che saranno a breve trasmesse alle parti. Il presidente del Tribunale, inoltre, ha risposto in questi termini alle domande di un giornalista che gli chiedeva se nel prendere la decisione la corte si sia stata impressionata dalla dichiarazione spontanea di Parolisi (un monologo di 15 minuti) o dalla memoria difensiva dei suoi legali: "Noi non ci facciamo impressionare nè da un lato nè dall'altro."
Bruciante la sconfitta per i legali Biscotti e Gentili che hanno annunciato il ricorso in Cassazione. In effetti, quella del Riesame è una decisione dura che si va ad aggiungere alle considerazioni sul caso delle Procure di Ascoli e Teramo, a cui è passata l'indagine nelle ultime settimane. Secondo quanto ha dichiarato il difensore Walter Biscotti, in merito ai dati tecnici e le testimonianze portati come prova dell'innocenza del caporal maggiore, il Riesame "ha avuto poco coraggio e ha preferito far finta di non vedere".
Ad ogni modo, i due legali non sembrano arrendersi, e si dicono pronti ad andare a fondo per dimostrare l'innocenza del loro assistito che ieri si è nuovamente dichiarato innocente in merito alla morte di Melania Rea. A tal proposito Nicodemo Gentile, ha commentato così il verdetto del Tribunale aquilano: "Sapevamo che la nostra sarebbe stata una battaglia difficile. Faremo ricorso alla Corte di Cassazione confidando nell'accoglimento delle nostre richieste".