Medico scrive “paziente scassamaroni” su foglio di dimissioni: verrà avviato procedimento disciplinare
L'Ordine dei medici di Siracusa avvierà un procedimento nei confronti del medico del Pronto soccorso di Avola che ha definito un paziente "scassamaroni" sul foglio di dimissioni.
"La condotta del dirigente medico del Pronto soccorso di Avola che ha riportato sul verbale di dimissione di un proprio paziente un aggettivo offensivo e volgare nei suoi confronti, è un fatto grave e ingiustificabile, che contrasta pesantemente con la nostra etica professionale, e rischia di incrinare il fondamentale rapporto di fiducia che deve sempre intercorrere tra il medico e il paziente", ha detto Anselmo Madeddu, presidente dell'Ordine siracusano.
Il presidente Madeddu ha anche espresso le più sentite scuse della categoria al paziente da parte del Consiglio dell'Ordine dei medici. "Trattandosi di una palese violazione del codice deontologico, anche l'Ordine avvierà il proprio procedimento disciplinare, non appena acquisiti formalmente gli atti", ha spiegato.
"Rincresce constatare che singoli comportamenti non consoni al ruolo ricoperto rischiano di compromettere la credibilità che il Sistema Sanitario costruisce giorno per giorno, anche grazie al sacrificio di tanti straordinari colleghi, medici, infermieri e operatori sanitari, che, a volte anche a proprio rischio, si spendono ogni giorno con professionalità e abnegazione per il bene e per la salute del cittadino", conclude Madeddu.
Secondo quanto è stato ricostruito, il paziente era arrivato in pronto soccorso lamentando forti dolori gastrici. Dopo aver risolto il problema, l'uomo è stato dimesso. Sul foglio il medico ha scritto: "Esame obiettivo: dimesso paziente scassamaroni giunto in PS per agitazione psicomotoria".
Ad aspettarlo fuori dal reparto c'era la compagna che ha raccontato la vicenda alla stampa locale. "Non è accettabile che la pubblicazione di referti medici non venga opportunamente verificata e filtrata dal responsabile del reparto di emergenza. – ha denunciato la donna – Al padre di mia figlia doveva essere garantito, come a tutti, il più ampio rispetto della sua dignità, invece è stato ridicolizzato dai medici. Abbiamo perso fiducia nel pronto soccorso".