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Medico festeggiò pensione distruggendo il telefono: ora ha cambiato idea ed è tornato a lavorare

Ugo Gaiani, medico di famiglia di Guastalla (Reggio Emilia), di nuovo a lavoro dopo l’atto dello scorso luglio che aveva poi fatto il giro dei media. “Oggi lavoro in un hospice, senza telefono e senza burocrazia”
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo 35 anni di professione da medico di famiglia, aveva festeggiato il pensionamento anticipato di quattro anni distruggendo il cellulare in piazza a Guastalla (Reggio Emilia). “La reperibilità era diventata un incubo con pazienti sempre meno pazienti per i quali il nostro lavoro non bastava mai", aveva spiegato il dottor Ugo Gaiani.

Tuttavia, oggi il medico è tornato a vestire il camice bianco, forse stanco della pensione. Ma senza telefono, come ha raccontato all'Adnkronos.

Oggi lavoro in un hospice, senza telefono e senza burocrazia, in una situazione in cui il rapporto con il paziente è al centro. E le cure che offro hanno un riscontro evidente. Ora mi risento davvero medico", ha detto, commentando l'indagine secondo la quale un medico perde oggi fino a 3 ore al giorno al telefono.

E a proposito della goliardata dello scorso luglio, quello di distruggere il telefono dell’ambulatorio a mazzate in pubblico, con il sottofondo della canzone di Mina ‘Se telefonando' "è stato un gesto nato un po' per scherzo, prima di un brindisi con gli amici, fatto per me, non certo perché diventasse mediatico come poi è diventato. Ma di sicuro nasceva dall'esasperazione per il modo in cui si era trasformato il lavoro con gli assistiti".

Il dottore sostiene di aver sempre lavorato in modo diverso, "ho sempre usato nelle comunicazioni con i pazienti il telefono fisso con segreteria telefonica, quello che poi ho distrutto, mai il cellulare. I pazienti mi lasciavano messaggi, in media 40/50 al giorno, li ascoltavo e li chiamavo uno per uno. Con circa 6 minuti di conversazione per ciascuno. Trecento minuti al giorno, 5 ore di telefonate e un'ora per le mail. E questo capitava 5 giorni a settimana. Fortunatamente non ero abituato a usare Whatsapp".

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