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Medici rimandano parto cesareo, danni neurologici al bimbo: ospedale paga oltre un milione di euro

È la cifra per risarcimento danni che dovrà pagare l’Azienda ospedaliera pisana a una famiglia livornese vittima di un caso di malasanità avvenuto ben 19 anni fa. Secondo le perizie, pur essendo alla trentesima settimana, il feto era in sofferenza e i medici avrebbero dovuto procedere subito al parto cesareo.
A cura di Antonio Palma
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Oltre un milione di euro di risarcimento per aver provocato danni neurologici permanenti a un neonato, ritardandone il parto cesareo e quindi la nascita. È la cifra che dovrà pagare l’Azienda ospedaliera pisana a una famiglia livornese vittima di un caso di malasanità avvenuto ben 19 anni fa. Lo ha stabilito una sentenza della Corte d’Appello di Firenze al termine di una lunga battaglia legare fatta di perizie e controperizie.

I giudici di secondo grado hanno rigettato il ricorso dell’Aoup, confermando di fatto la sentenza di primo grado del Tribunale di Pisa, risalente a due anni fa, e limitandosi a ricalcolare la cifra del risarcimento alla vittima del caso e ai suoi familiari. Secondo i giudici, i danni permanenti riportati del neonato, ora adulto, sono responsabilità dei medici dell’ospedale Santa Chiara di Pisa che decisero di ritardare il parto, ignorando i segnali di sofferenza del feto.

L’episodio risale al 2005 quando, come ricostruisce il Tirreno, una donna alla trentesima settimana di gravidanza arrivò in sofferenza in ospedale a Livorno dove i medici decisero subito il suo trasferimento al più attrezzato ospedale di Pisa dove c'è terapia intensiva neonatale. Qui, secondo i giudici, sarebbe avvenuto l’errore che ha portato in sofferenza il nascituro provocando una invalidità permanente all’80%.

Come stabilito dalle perizie medico legali, una ecografia aveva già stabilito un “distacco di lembo distale della placenta” e una “discreta perdita ematica vaginale” ma il medico ginecologo decise di attendere ancora per il parto cesareo. Una decisione errata, secondo la sentenza, perché un’ora dopo il feto andò in sofferenza e il bimbo è poi nato con danni neurologici.

Per i giudici, se il parto cesareo fosse stato effettuato subito dopo la prima ecografia, si sarebbe concluso prima dell’episodio di sofferenza del feto. Pur valutando che parte dei problemi fisici del ragazzo siano da ricondurre all’estrema prematurità del parto, per i giudici la scelta di non procedere subito al cesareo ha incrementato le probabilità di un esito infausto.

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