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Medici non obiettori al Papa: “Parole violente. Impediamo che donne muoiano per aborti clandestini”

Silvana Agatone, presidente dell’associazione Laiga 194, ha replicato alle parole di Papa Francesco, che ha definito ‘sicari’ i medici che praticano l’aborto. “Vorrei ricordare che noi applichiamo una legge che è stata fortemente voluta anche dai cittadini cattolici. E si tratta di una legge che diminuisce la mortalità delle donne”.
A cura di Natascia Grbic
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"Nei paesi dove l'interruzione di gravidanza è vietata, è comunque praticato l'aborto clandestino, una delle prime cause di morte per le donne. Nei paesi dove l'aborto è legale vi è invece una continua diminuzione di richiesta di Ivg dato che siamo proprio noi medici non obiettori a informare i cittadini, promuovendo la contraccezione. Il nostro è un doppio lavoro: rendiamo l'aborto sicuro e informiamo sui metodi per evitare gravidanze indesiderate. Vorrei inoltre ricordare che noi applichiamo una legge che è stata fortemente voluta anche dai cittadini cattolici. E si tratta di una legge che diminuisce la mortalità delle donne". Silvana Agatone è la storica presidente di Laiga 194, associazione che riunisce il personale sanitario non obiettore. La ginecologa, che da anni si batte per la libera scelta e per rendere l'aborto una pratica sicura, ha deciso di replicare alle parole di Papa Francesco, che ha definito i medici non obiettori dei ‘sicari' che ‘uccidono una vita umana'. E lo fa ponendo l'accento su due questioni: la violenza crescente verso il personale medico, e il ricorso a pratiche come l'aborto clandestino, che la quasi totalità delle volte portano a una grave compromissione per la salute della donna, e nei casi più gravi alla morte.

E proprio il ricorso all'aborto clandestino preoccupa la dottoressa. "Esiste un grosso studio di Lancet (una delle principali riviste scientifiche a livello mondiale, ndr) uscito nel 2012, basato su tredici anni di ricerche, dal 1995 al 2008, in cui è stato riscontrato che proprio nei paesi dove è illegale, l'aborto è una delle prime cause di mortalità per le donne". Lo studio, inoltre, conferma che "il tasso di aborto è più basso nei paesi con leggi più permissive” e che “leggi più restrittive sull’aborto non sono correlate con un abbassamento del tasso di interruzione di gravidanza”. Insomma, vietare le interruzioni di gravidanza avrebbe come unica conseguenza quello di rendere l'aborto una pratica non sicura. E, come sottolinea Agatone, "portare molte di loro a morire".

C'è poi un altro aspetto da considerare. Quello delle crescenti aggressioni al personale medico e sanitario che giornalmente avvengono nei nosocomi. "Stiamo vivendo un momento storico in cui i medici ospedalieri sono attaccati giornalmente – aggiunge Agatone – Averci definito ‘sicari' non ha nessun altro scopo che incitare all'odio e all'attacco verso persone che vivono una situazione complicata. I cittadini già sono arrabbiati per un servizio sanitario nazionale che non funziona, non per colpa dei medici, ma della politica e dell'amministrazione. Queste parole di rabbia, di giudizio, accusa e violenza nei confronti di medici che sono praticamente sul fronte non hanno senso e non sono di nessun aiuto. Anche perché ripeto, ciò che noi facciamo è semplicemente applicare una legge dello Stato che diminuisce la mortalità delle donne".

Ci sono anche quei casi in cui una gravidanza è voluta, ma il feto ha patologie incompatibili con la vita. E che portano quindi o alla morte in utero, o al decesso subito dopo la nascita. Situazioni complesse che vanno trattate con grande delicatezza per il carico di sofferenza che portano con sé. Proprio l'essersi scontrati con il muro dell'obiezione ha portato in questi casi molte coppie a vivere una sofferenza psicologica e fisica importante, con conseguenze psicologiche anche a lungo termine. "I medici non obiettori ascoltano le donne e le coppie che si trovano con diagnosi di patologie gravi del feto, e lo fanno senza giudicare. Il fatto che esista una legge, non significa che tutte le donne devono abortire, ma che coloro che ritengono di usufruirne possono farlo senza dover andare incontro alla morte".

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