Maxiprocesso ‘ndrangheta in Lombardia: 110 condanne confermate in appello
Centodieci condanne confermate in Appello da parte dei giudici milanesi: è quanto deciso nella serata di ieri in merito al maxiprocesso svolto con rito abbreviato sulle cosche della ‘ndrangheta in Lombardia. Il presidente della prima sezione della Corte d’Appello di Milano, Rosa Polizi, ha letto il dispositivo della sentenza nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi al termine di una lunga camera di consiglio durata 9 ore. Erano presenti quasi tutti gli imputati che hanno ascoltato le loro condanne dalle gabbie ai lati dell’aula e che da lì hanno applaudito, con atteggiamento di sfida, alla decisione della Corte. Il processo prese avvio dall’operazione “Infinito”, che aveva smantellato le cosche calabresi trapiantate in Lombardia. Le numerose condanne erano state inflitte in primo grado nel novembre del 2011, in Appello alcune di queste sono state lievemente ridotte.
Alcune condanne lievemente ridotte – La pena più alta è quella inflitta ad Alessandro Manno, capo della “locale”, del sistema di ‘ndrine che faceva capo a Pioltello, nel Milanese. È stato condannato a 15 anni e 3 mesi. Pena ridotta per Cosimo Barranca, ritenuto il capo dello cosche della ‘ndrangheta di Milano: i giudici gli hanno concesso uno sconto di 2 anni rispetto ai 14 inflitti in primo grado. Ridimensionata anche la pena per Vincenzo Mandalari, capo della “locale” di Bollate, condannato da 14 a 12 anni e 8 mesi in Appello. Sconto, infine, anche per Pasquale Zappia, presunto capo dei capi della ‘ndrangheta lombarda, condannato a 9 anni dopo i 12 del primo grado. È stata invece confermata la pena a 1 anno e 4 mesi per l’ex sindaco di Borgarello Giovanni Valdes.