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Maxi multe per i compro oro che non rispettano le normative antiriciclaggio: anche 80mila euro

La Guardia di Finanza di Pisa ha scoperto quattro compro oro non in regola con la normativa antiriciclaggio, riscontrando violazioni su identificazione clienti, conservazione dati e tracciabilità. Le sanzioni possono arrivare a 80mila euro.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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La Guardia di Finanza ha intensificato i controlli sui compro oro della provincia di Pisa per verificare il rispetto della normativa antiriciclaggio. Il settore è notoriamente vulnerabile al riciclaggio di denaro e al reimpiego di beni di origine illecita. Accanto ai clienti che vendono preziosi per necessità o per liberarsi di oggetti inutilizzati, vi sono anche malviventi che cercano di convertire in contanti il bottino di attività illecite.

A seguito di un controllo su numerosi esercizi della provincia pisano impegnati nella compravendita o permuta di oro e oggetti preziosi usati, quattro attività sono risultate non conformi alle normative antiriciclaggio.

Le ispezioni hanno avuto l’obiettivo di verificare, tra le altre cose, il corretto adempimento degli obblighi relativi all’identificazione della clientela, alla conservazione dei dati raccolti in fase di registrazione e delle schede operative per un periodo di dieci anni.

Inoltre, sono stati esaminati il rispetto dell’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette, la tracciabilità delle transazioni e la corretta compilazione delle schede cliente, requisiti fondamentali per gli operatori professionali del settore aurifero.

In particolare un compro-oro di Pisa è stato sanzionato per aver omesso di comunicare la variazione dei dati relativi agli estremi della nuova licenza nonché dei dati del nuovo amministratore e rappresentante legale. Presso un altro esercizio commerciale di Santa Croce sull’Arno è stata appurata, oltre all’inosservanza degli obblighi di tracciabilità, l’alterazione, prima dei 10 giorni, degli oggetti preziosi acquisiti.

In due distinti casi, relativi a esercizi commerciali situati a San Giuliano Terme e Pontedera, è emerso un grave, ripetuto o sistematico, se non addirittura plurimo, mancato rispetto degli obblighi di conservazione. In particolare, durante la compilazione delle schede previste, venivano omessi gli estremi del mezzo di pagamento utilizzato. Inoltre, è stata riscontrata la violazione degli obblighi di identificazione, poiché non veniva acquisita copia, né in formato cartaceo né elettronico, del documento di riconoscimento del cliente al momento dell’acquisto di oggetti preziosi.

Per tali irregolarità, alle attività commerciali coinvolte sono state applicate sanzioni amministrative, che variano in base ai casi specifici, con un massimo di 80.000 euro.

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