Maturità 2019: ecco chi è Gino Bartali, protagonista del tema d’attualità alla prima prova
Gino Bartali e il rapporto tra storia e sport sono i temi scelti dal Miur per la traccia della tipologia C della prima prova della Maturità 2019. Si ricorda che la tipologia C è quella del tema d'attualità o di carattere generale: in questo caso i maturandi che l'hanno scelta sono partiti dall'articolo del giornalista Cristiano Gatti pubblicato su Il Giornale, che parla della vittoria al Tour de France di Gino Bartali nel 1948, avvenuta in un momento di forte tensione dopo l'attentato a Palmiro Togliatti. Ecco le notizie più importanti su una delle due tracce d'attualità della Maturità 2019.
Chi era Gino Bartali
Gino Bartali è stato uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre. Nato nel 1914 a Ponte a Eme e morto a Firenze nel 2000, è stato professionista dal 1934 al 1954, ha vinto nella sua lunga carriera anche tre Giri d'Italia e due Tour de France, oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, tra le quali spiccano quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. Indimenticabile, in particolare, è stata la sua vittoria al Tour de France 1948, che a detta di molti contribuì ad allentare il clima di tensione sociale in Italia dopo l'attentato a Palmiro Togliatti. Nel 2013 è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per la sua attività a favore degli Ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Grazie alle sue vittorie è inserito nella classifica della Cycling Hall of Fame ed è il secondo degli italiani dopo il suo rivale di sempre, Fausto Coppi. Soprannominato Ginettaccio, la loro rivalità è rimasta negli annali dello sport italiano, che rimase diviso tra le loro posizioni nel Dopoguerra, anche dal punto di vista politico.
La politica e la vittoria al Tour de France nel 1948
L'articolo di giornale da cui i maturandi sono partiti per scrivere il tema d'attualità della prima prova della Maturità 2019, scritto dal giornalista Cristiano Gatti, riguarda l'indimenticabile vittoria di Gino Bartali al Tour de France del 1948. In quell'anno Fausto Coppi, il suo storico rivale, decise di non partecipare. Così, messa in piedi una "squadra da quattro soldi", come era stata definita, di cui venne nominato capitano, si apprestò al più grande trionfo della carriera, nonostante fosse uno dei ciclisti più anziani in gara, con i suoi 34 anni. Molti ricordano in particolare la sua fuga sulle Alpi che gli consentì di vincere la Cannes-Briançon, attraverso il Colle d'Allos, il Colle di Vars e il Colle dell'Izoard, recuperando gli oltre venti minuti di svantaggio che lo separavano da Louison Bobet. Poi ci fu la conquista della maglia gialla. Secondo alcuni commentatori dell'epoca, questo successo sportivo servì a distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dall'attentato di cui era stato vittima Palmiro Togliatti, all'epoca segretario del PCI, che aveva provocato una grande tensione politica e sociale, che rischiava di sfociare in una guerra civile. Alcuni hanno riferito che addirittura fossero stati Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti a telefonare allo stesso Bartali per incitarlo, chiedendogli un'impresa che potesse rasserenare gli animi. In cambio della sua impresa, si racconta, il ciclista chiese di non pagare più le tasse.