Mattia Caruso, l’autopsia: Valentina l’ha ucciso con una pugnalata al cuore, non si è neanche difeso
Mattia Caruso, il 30enne di origini siciliane ucciso a Padova dalla fidanzata Valentina Boscaro, 31 anni, non si aspettava di essere colpito da quella coltellata mentre guidava la Mercedes Classe A della stessa compagna. Da quel fendente mortale non si è nemmeno difeso. È quanto emerge dalla perizia medico legale effettuata da Stefano D’Errico dell’Università di Trieste, nominato dal pubblico ministero Roberto Piccione titolare delle indagini, che ha depositato il risultato dell’autopsia sul corpo di Mattia.
Un colpo ben assestato che non gli ha dato scampo, penetrato per cinque centimetri. "Il coltello era vicino al cambio. Io l’ho preso, forse con la mano destra e ho colpito Caruso subito al petto. Eravamo in movimento e l’ho colpito, mentre non se l’aspettava né io l’ho minacciato prima, è stato anche per me un movimento repentino". Con queste parole, rese spontaneamente di fronte ai carabinieri il 29 settembre scorso, Valentina Boscaro aveva spiegato come era morto, quattro giorni prima, Mattia Caruso.
Il coltello a serramanico era rinvenuto nella tasca dei pantaloni della vittima, sporco di sangue. Inizialmente la 31enne aveva dichiarato di una aggressione nel parcheggio, dopo alcune tensioni nel locale da dove arrivavano quella sera, il 25 settembre. Aveva raccontato di liti che però vengono smentite dai testimoni che si trovavano nello stesso posto. Sempre lei ha dichiarato che Mattia era in mezzo a storie di spaccio e per questo sarebbe stato aggredito.
Ma perché Valentina Boscaro avrebbe ucciso il fidanzato? La coppia era insieme da paio di anni e lui era andato a convivere con lei a Padova. Una relazione non semplice, contraddistinta da frequenti litigate. Lei, anche ai carabinieri, ha giurato di essere stata spesso picchiata da Mattia. Ma non risultano denunce di maltrattamenti. Valentina è stata descritta da molti come una ragazza gelosa e possessiva.
Ma secondo gli investigatori il movente del delitto è custodito in due telefonate che Mattia fa alla mamma, poco prima di essere accoltellato, e poi all’amico albanese, chiedendo di andarlo a prendere. Forse non voleva più tornare a vivere con Valentina, ma poi ha comunque deciso di mettersi al volante dell'auto dove è stato ucciso.
Adesso la Procura attende solo il risultato dello studio compiuto dai carabinieri del Ris, su alcune chiazze di sangue trovate all’interno della Mercedes. Chiuso il cerchio delle indagini il pm andrà a chiedere il rinvio a giudizio della giovane ambulante per omicidio volontario. E rischia una lunga pena.