Matteo Messina Denaro, il concessionario: “Alfa Romeo pagata in modo tracciato, non in contanti”
L'automobile acquistata da Matteo Messina Denaro in una concessionaria di Palermo non è stata pagata in contanti, come finora era trapelato, bensì in modo tracciato. A renderlo noto in un interrogatorio condotto dai Ros Giovanni Tumminello, gestore del salone Alfa Romeo dove a gennaio dello scorso anno il boss si presentò sotto la falsa identità di Andrea Bonafede, per comprare la Giulietta trovata nei giorni scorsi a Campobello di Mazara nel garage di pertinenza del figlio di Giuseppe Luppino, l'uomo tratto in arresto lunedì scorso insieme al boss di Cosa Nostra.
"Solo quando ho visto la sua foto dopo l'arresto ho avuto la percezione di essermi trovato davanti a Messina Denaro – ha detto Tumminello in un'intervista rilasciata al Tg2 – ricordo solo una persona normalissima che non ha destato in noi alcun sospetto. Noi vendiamo auto. E nulla di scorretto è stato fatto da parte mia o della mia azienda", ha precisato il commerciante rivelando che il pagamento – di 10mila euro – si è svolta in modo tracciato.
Nel frattempo, a seguito delle perquisizioni del primo covo del boss a Campobello di Mazara, sono stati riscontrati i segni di una presenza non occasionale di una donna. La cittadina siciliana continua ad essere l'epicentro delle indagini. Qui l'ex latitante Matteo Messina Denaro avrebbe vissuto stabilmente per almeno quattro anni, utilizzando anche un'altra identità, quella di ‘Francesco'. Un altro alias, dunque, per il boss che ha usato anche il nome di Andrea Bonafede per sottoporsi alle cure chemioterapiche presso la clinica privata La Maddalena di Palermo.
Dal 2019 sembrerebbe che il capo di Cosa Nostra abbia vissuto nell'abitazione di via San Giovanni e negli ultimi sei mesi in quella di vicolo San Vito, il primo rifugio scoperto dopo la cattura, oggi scandagliato più approfonditamente dai carabinieri dello Squadrone Cacciatori Sicilia. Due giorni fa era stata ritrovata l'Alfa Romeo Giulietta nera di cui erano state trovate le chiavi nel borsello del boss, al momento dell'arresto avvenuto il 16 gennaio. La vettura è stata rinvenuta dagli investigatori della polizia a pochi passi dall'abitazione di Giovanni Luppino, l'autista di fiducia di Messina Denaro; lo stesso Luppino ai magistrati avrebbe detto che lo conosceva come ‘Francesco'.