Matteo Messina Denaro è morto da mesi ma si cercano ancora i suoi covi a Mazara del Vallo: “Qua? Mai visto”
“Forse l'avrò visto una volta sola, anche se credo di no. Questo è un bar frequentato solo da abitudinari". Mazara del Vallo, quartiere residenziale. Qui, dove gli inquirenti sono convinti di essere sulle tracce di uno dei covi di Matteo Messina Denaro, nessuno sembra aver visto il boss di Cosa Nostra, morto quasi un anno fa. "Basta già che io guardi una persona due volte per ricordarmela – continua Giovanna Magro, la barista – e a parer mio lui qui non è mai venuto. Questa tra l'altro è una zona molto tranquilla". Che nessuno si sia mai accorto della presenza di Matteo Messina Denaro non è una novità.
Il quartiere dove sorge quello che potrebbe essere un nuovo covo del boss è molto trafficato. Di fronte c'è l'Ufficio per l'Impiego e a 100 metri perfino la stazione dei Carabinieri. Gli inquirenti per arrivarci, hanno utilizzato una chiave che era in possesso di Matteo Messina Denaro. Sul posto, mentre la scientifica è impegnata con i rilievi, ci sono dei ragazzini che giocano e qualche avventore del bar, che però dice di non essere del posto. Tante sono invece le persone che passando con la propria auto rallentano per poter guardare da lontano le operazioni degli inquirenti.
I Carabinieri insieme alla Polizia scientifica infatti si trovano all'interno di un doppio garage, arredato da cucina e letto, adiacente la zona residenziale dove Messina Denaro probabilmente si rifugiava insieme alla sua amante Lorena Lanceri arrestata qualche mese fa e ripresa, seppur in macchine separate, dalle telecamere di Mazara del Vallo. Qualche residente della zona, affacciato alla finestra, cerca di evitare le telecamere dei giornalisti presenti rientrando subito in casa.
Mazara del Vallo, un luogo sempre amato da Messina Denaro anche durante la sua gioventù, sembrerebbe avergli garantito un nido sicuro dove poter passare parte della sua latitanza. Qualcuno, mentre ci troviamo sul posto, commenta dal finestrino dell'auto in siciliano: “tanto un c'è chiu nenti” ovvero “tanto non c'è più niente”.
Nella via dove gli inquirenti lavorano ininterrottamente da ore sotto il forte caldo siciliano, c'è però anche un po’ di stupore, non solo perché lì ci potrebbe essere il covo di Messina Denaro, ma perché il garage è intestato a un compaesano, a un mazarese: Giuseppe Di Giorgi, 49 anni, che in nottata è stato sottoposto a un fermo da parte della Procura con l'accusa di detenzione illegale di arma, favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena.
Arriva quasi l'ora di punta e la scientifica è pronta a iniziare un'operazione che gli stessi hanno definito “particolare”. Il cancello che da sul garage si chiude in attesa che possa emergere una nuova verità sul super latitante.
A ogni modo alcune evidenze investigative, al di là di quelle che saranno le risultanze finali, confermerebbero l’esistenza di una fitta rete di relazioni, di cui si serviva Matteo Messina Denaro per gli spostamenti nel territorio provinciale e non solo. Le indagini sul boss vanno avanti, anche dopo la sua morte.