Matteo Messina Denaro e le chat sul figlioccio: “Non è intelligente come la mamma, venderà la casa”
Secondo gli investigatori, i rapporti di Matteo Messina Denaro con i coniugi Lorena Lanceri ed Emanuele Bonafede risalirebbero almeno al 2017. In realtà, per chi indaga, il boss di Cosa Nostra avrebbe consolidato la sua conoscenza con marito e moglie già anni prima, tanto da essere scelto come padrino per la cresima del primogenito della coppia. Il giovane, stando a quanto emerso dall'inchiesta, conosceva la vera identità dell'uomo che quasi tutti i giorni si presentava a casa sua per pranzare e cenare insieme alla sua famiglia.
Non vi sono per ora documenti che attestano che il boss di Cosa Nostra si sia effettivamente recato in chiesa per cresimare il ragazzo, ma la scelta di nominarlo come padrino è documentata non solo dai pizzini sulle spese sostenute negli anni dal 2014 al 2017 redatti dal latitante, ma anche da una serie di chat tra il giovane e la madre Lorena Lanceri.
Il rapporto con la famiglia Lanceri-Bonafede
Il primo mistero ruota attorno al Rolex acquistato da Messina Denaro in occasione della cresima del figlioccio. Più di 6mila euro spesi in una gioielleria del centro di Palermo. Si indaga ora per capire se sia stato lo stesso Messina Denaro ad acquistare personalmente l'orologio in negozio o se, invece, siano stati i due coniugi a recarsi in città per scegliere il regalo.
Quello che appare certo, però, è che Messina Denaro fosse particolarmente legato alla famiglia Bonafede-Lanceri, tanto da presentare Lorena come "sua compagna" ad alcune persone conosciute presso la clinica La Maddalena durante le terapie oncologiche.
Alle donne incontrate in clinica, il boss presentava Lorena come Diletta, la donna con la quale aveva una relazione e che lo stava assistendo durante la malattia. In alcune note audio inoltrate il 5 gennaio 2023 a Sonia, una delle pazienti con le quali aveva stretto amicizia, il boss chiedeva consiglio sui farmaci da assumere per tenere sotto controllo la febbre dovuta al Covid-19.
"L'ho passato anche a Diletta – specificava Messina Denaro durante la registrazione dell'audio – ora è qui con me, passiamo il tempo bevendo thè caldo e mangiando biscottini al burro. Ha detto che dopo vuole mandarti un saluto". Nel corso delle registrazioni inviate alla donna, raccontava che in casa con loro vi era anche il figlio della compagna.
"Non è come la madre, lei è molto intelligente. Lui invece è un po' andato. Lui mi guarda e mi ascolta in maniera stranita, dice "cos'ha questo contro di me". Io non ho niente contro di lui, però lo devo dire, è iscritto all'università, è al primo anno – raccontava nella nota -. Lo bocciano sempre a tutti gli esami e nonostante questo mi dice sempre che vuole vendersi l'appartamento che gli ha comprato la madre a Palermo. Mi dice "una volta o l'altra io le case me le vendo". Ti rendi conto la pazzia dei giovani d'oggi?".
Il rapporto con il figlioccio
La presenza di Messina Denaro pochi giorni prima dell'arresto nell'appartamento di Lanceri è provata anche dai rumori registrati dal cellulare del boss mentre inviava l'audio all'amica Sonia, ignara però della vera identità del suo interlocutore. Negli audio trasmessi dalla donna alle forze dell'ordine dopo l'arresto del latitante, "Diletta" raccontava di aver contratto il Covid a causa della convivenza con il compagno e con il figlio. "Questo – affermava ridendo Lanceri nell'audio inviato a Sonia dal telefono del boss – mi sta facendo giocare un sacco di soldi con ste scommesse e mio figlio vuole vendersi la casa a Palermo. Ci pensi?".
I pizzini scritti dal boss di Cosa Nostra e le chat Whatsapp collezionate dagli inquirenti evidenziano un rapporto affettivo consolidato tra i tre. Il figlio di Lanceri, infatti, si rivolgeva a Messina Denaro chiamandolo "parrino" (padrino) e si preoccupava di evitare che il boss potesse incontrare estranei, in modo da non mettere a repentaglio la sua latitanza.
"Vorrei invitare a casa i ragazzi – scriveva il 17 aprile 2021 alla mamma – siamo in 4. Fammi sapere". La donna, però, aveva negato il suo consenso, facendo capire al figlio che in quel momento Messina Denaro era ancora a casa. "Assolutamente no" aveva risposto lapidaria nella chat Whatsapp.
In un'altra chat nelle mani degli inquirenti, il 20enne si preoccupava per la consegna di alcuni libri per gli studi di ingegneria. "Domani arrivano i libri, ma io vado a fare colazione alle 10.30. Se viene il parrino come facciamo?".