video suggerito
video suggerito

Matteo Concetti suicida in carcere, la mamma denuncia: “Detenuto psichiatrico lasciato solo dallo Stato”

La mamma di Matteo Concetti, il 25enne trovato morto nel carcere di Montacuto, ha sporto denuncia per istigazione al suicidio. Il ragazzo, che soffriva di bipolarismo, da tempo manifestava il suo malessere allo staff del carcere e alla famiglia. Il ragazzo si è tolto la vita nel bagno della sua cella di isolamento.
A cura di Gabriella Mazzeo
171 CONDIVISIONI
Immagine

La madre di Matteo Concetti, 25enne d'origine fermana che è stato trovato morto nel bagno della sua cella a Montacuto, ha sporto denuncia ai carabinieri di Rieti per istigazione al suicidio. La donna ha denunciato per la morte del figlio e altri maltrattamenti subiti in cella. "Voglio sapere – ha ribadito la donna – come è morto mio figlio".

Secondo quanto riporta il Corriere Adriatico, la donna sospetta che qualcuno possa aver indotto il figlio, che in quel momento era in una cella di isolamento, a farla finita. Questa è per il momento la versione della parte lesa che l'amministrazione penitenziaria è pronta a replicare. Non è ancora stato aperto un fascicolo dall'autorità giudiziaria. "Stava male, si era procurato dei tagli alle braccia – spiega ancora la madre del 25enne -. Da settimane diceva di avere mal di testa e che non aveva più le forze. Chiedeva sempre di essere portato in ospedale o in una clinica psichiatrica, nessuno ha asscoltato i nostri appelli e le grida di dolore".

La madre del giovane si chiede inoltre come sia possibile che un 25enne possa essersi impiccato nel bagno di un seminterrato da solo. "Mio figlio era buono d'animo, nonostante le problematiche legate al bipolarismo che stava curando. Mi chiedo chi dovesse controllare e se gli fossero stati dati i farmaci per la sua patologia. Non ci daremo pace finché non avremo giustizia per un ragazzo lasciato solo dallo Stato. Stava pagando i suoi errori, aveva il diritto di essere curato".

Immagine

Gli atti verranno trasmessi per competenza alla Procura di Ancona. La famiglia sarà seguita dall'avvocato Giacomo Curzi, che aveva lavorato anche al caso di Stefano Cucchi con il legale della famiglia, Fabio Anselmo. La prima mossa sarà quella di chiedere un accertamento sul cadavere nominando un consulente di parte.

"Il suo precedente legale – spiegano dalla famiglia del ragazzo – aveva inviato al carcere di Ancona una Pec avvertendo che Matteo era un detenuto psichiatrico e che c’era da prestargli attenzione". La Pec sarebbe arrivata al carcere il 28 dicembre. Nella mail vi era scritto che il 25enne era un "soggetto fragile e di interesse psichiatrico che già una volta aveva tentato il suicidio".

Stando a quanto reso noto, il 25enne aveva commesso alcuni reati quando era ancora minorenne e stava scontando dei cumuli di pena. Dall'estate si era trasferito a Fermo per fare la stagione estiva e aveva ottenuto i domiciliari e la possibilità di lavoro. A casa aveva un lavoro e una compagna, ma poi aveva commesso delle violazioni sull'orario di rientro e il regime agevolato gli era stato rievocato. Il ragazzo aveva quindi dovuto fare ritorno in carcere, nella struttura di Montacuto perché era l'unica struttura con un posto a disposizione.

Il 25enne però non ha retto l'isolamento imposto dopo l'aggressione a una guardia carceraria e dopo settimane di segnali preoccupanti lanciati alla famiglia e allo staff della struttura detentiva, si è tolto la vita.

171 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views