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Matera, la figlia rifiuta matrimonio concordato con il cugino e il padre la picchia: arrestato

L’uomo, 37 anni e di nazionalità pakistana, è stato arrestato dalla Polizia a Matera con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati e costrizione al matrimonio ai danni della figlia minorenne.
A cura di Davide Falcioni
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immagine di repertorio
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Un uomo di 37 anni di nazionalità pakistana è stato arrestato dalla Polizia a Matera con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati e costrizione al matrimonio ai danni della figlia minorenne. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal GIP del Tribunale di Matera, è stata eseguita nel mese di aprile ma ne è stata data notizia solo oggi.

Le indagini della Squadra Mobile sono iniziate dopo che la ragazza si è recata in Pronto Soccorso, il 15 aprile, con diverse contusioni. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire una serie di vessazioni e violenze fisiche perpetrate dal padre, che aveva cercato a lungo di costringere la figlia a un matrimonio concordato con un cugino in Pakistan.

La ragazza, che rifiutava le nozze, oltre a subire continue vessazioni psicologiche, era stata isolata dai suoi amici e le era stato sottratto il telefono cellulare. La sera del 15 aprile, dopo aver scoperto che la figlia aveva incontrato un coetaneo, il padre le ha tagliato i capelli con delle forbici e l’ha picchiata violentemente con il manico di una scopa, fino a romperlo. La ragazza è riuscita a sfuggire alla brutalità solo fingendosi svenuta.

Il giorno dopo, costretta a mentire, la ragazza ha riferito al personale sanitario di essersi procurata le lesioni cadendo dalla bicicletta e poi è stata costretta ad abbandonare l’ospedale senza essere visitata. La situazione è cambiata il giorno successivo grazie alla campagna itinerante “Una vita da social” della Polizia di Stato: è stato in quel momento che la ragazza ha confidato quanto accaduto a un operatore dell’OSCAD.

Questa rivelazione ha permesso agli investigatori di agire rapidamente, portando all’arresto dell’uomo e all’affidamento della ragazza ai Servizi Sociali, come previsto dal “Codice Rosso”. Successivamente, la custodia cautelare in carcere è stata convertita in arresti domiciliari per l’uomo.

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